Chiavari, la banalità del male: nove morti ammazzati in poche centinaia di metri tra l'Entella e piazza Roma

di Redazione

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Dall'assassinio di via Entella del 12 luglio 1985 a quello dell'anziana in corso Lavagna, una lunga scia di sangue

Chiavari, la banalità del male: nove morti ammazzati in poche centinaia di metri tra l'Entella e piazza Roma

Il delitto di corso Lavagna aumenta il novero dei morti ammazzati, in questo angolo di Chiavari che andrebbe sottoposto ad esorcismo. In poche centinaia di metri, infatti, in meno di quarant'anni si è verificata una sequenza di nove fatti di sangue, privi di nesso diverso da quello - appunto - topografico.

Il 12 luglio 1985, in via Entella, nel suo laboratorio di sartoria, una donna, Maria Carla Planti, 28 anni, era stata ammazzata a colpi di accetta dall'ex marito Benito Genovese, 30 anni, orchestrale sulle navi da crociera. Nello stesso decennio, il 29 marzo 1988, in un ufficio non distante dalla necropoli ad anfiteatro, al colmo di un litigio, un impiegato, Giuseppe Vandanesi, 38 anni, aveva ucciso con un tagliacarte il suo datore di lavoro Marco Rossato, 56 anni. La notte del Capodanno 1991, in un attico di corso Dante, un pizzaiolo egiziano Ahmed Moursy uccise in sequenza i fratelli connazionali Fawze e Ibrahim Saker. Il 6 maggio 1996, Nada Cella venne ammazzata nello studio di via Marsala del commercialista di cui era la segretaria da un colpevole ancora ignoto, pur la Procura avendo presentato ricorso contro un'indagata riemersa dal passato sulla base di esami scientifici a ritroso. Il 25 novembre 1999 in corso Dante (nella foto, i portici) due anziani coniugi, Silvano Moracchioli e Nicoletta Nicolella, erano stati massacrati a coltellate dal nipote acquisito e dalla di lui fidanzata. Torniamo in corso Dante, direzione Lavagna: ecco l'autosilo dove il 23 aprile 2019 fu freddato l'ex collaboratore di giustizia Orazio Pino, per questioni private si sarebbe saputo, da Sergio Tiscornia condannato all'ergastolo. La sequenza di sangue comprende nel luglio 2023 anche il trasporto da Genova, con sosta in una barberia di corso Dante, del cadavere di Mahmoud Abdalla, giovanissimo ex dipendente di un barbiere ora sotto processo per la sua morte e lo smembramento del cadavere. Ora, il nipote che uccide la nonna. Tutto a Chiavari, in un piccolo quadrilatero. Un pozzo affacciato sulla banalità del male.