Caso Toti, i legali di Signorini chiedono gli arresti domiciliari

di Redazione

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La richiesta pochi giorni dopo l'interrogatorio: alla giudice Faggioni la decisione

Caso Toti, i legali di Signorini chiedono gli arresti domiciliari

Paolo Emilio Signorini ha chiesto di essere scarcerato. I suoi legali, Enrico e Mario Scopesi, hanno presentato istanza alla gip Paola Faggioni, chiedendo che venga attenuata la misura cautelare dal carcere ai domiciliari.

Signorini, ex presidente dell'autorità di sistema portuale, è l'unico indagato finito in carcere per la maxi inchiesta sulla corruzione che ha portato agli arresti domiciliari del presidente della Regione Giovanni Toti, dell'imprenditore Aldo Spinelli e dell'ex capo di gabinetto della Regione Matteo Cozzani, dimessosi pochi giorni fa dall'incarico.

La richiesta dei legali di Signorini arriva pochi giorni dopo l'interrogatorio che si è tenuto in procura, durato circa tre ore. In quell'occasione Signorini si era difeso dalle accuse negando la corruzione e definendo i suoi comportamenti non opportuni, in particolare con l'imprenditore Aldo Spinelli. Una versione che potrebbe non aver convinto i pm: la gip Faggioni prenderà la propria decisione entro cinque giorni

Ai pm Luca Monteverde e Federico Manotti, Signorini aveva detto di avere ricevuto telefonate da Toti per accelerare la pratica del Terminal Rinfuse sostenendo che era però una cosa "normale visto che la pratica era del 2019". L'ex presidente aveva "riconosciuto la sostanziale inappropriatezza di una frequentazione di quello che ha sempre ritenuto e che ritiene tutt'ora un amico."

Col senno di poi ho capito che non era un comportamento adeguato, ma tutto il mio operato è stato fatto nell'interesse del porto e degli operatori portuali", aveva detto durante l'interrogatorio.