Caso Toti, ex ministro De Micheli: "Signorini nominato da Del Rio, io lo riconfermai. Diga voluta da Draghi"

di Redazione

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Lunga intervista a Senaldi di 'Libero': "Se non si dovesse realizzare, il porto non rimarrà quello attuale, ma regredirà nel panorama mondiale"

Caso Toti, ex ministro De Micheli: "Signorini nominato da Del Rio, io lo riconfermai. Diga voluta da Draghi"

“Signorini? Io per la verità l'ho riconfermato" sostiene Paola De Micheli, ministro delle Infrastrutture ai tempi del governo giallorosso (Conte 2), “Si era insediato con il ministro Graziano Del Rio e io l’ho riconfermato”. Così l'ex ministro in una lunga intervista a Pietro Senaldi, condirettore di Libero.
 

Sulla vita disinvolta di Signorini, la De Micheli osserva: “Parliamo del 2020 e ai tempi non c’era nessuna evidenza di quanto risultato poi dalle intercettazioni. Io sono garantista, continuo a esserlo, e non faccio processi. Se vuole proprio saperlo, le dico che quanto ho letto mi turba, tuttavia è innegabile che, al momento della nomina e della sua conferma, Signorini avesse  una storia manageriale importante e adatta al ruolo”.
 

In relazione alla Diga di Genova, oggi osteggiata da parti dell'opposizione regionale e nazionale perché caldeggiata da Salvini e considerata, nelle intercettazioni, un obiettivo di Spinelli: "Ritengo la Diga Foranea un’opera importante, un lavoro al servizio di tutto il porto e del sistema commerciale italiano. Dico di più: è essenziale per lo sviluppo del porto di Genova, come tutte le altre opere infrastrutturali a essa collegata, dalla Gronda Autostradale all'Alta Velocità. Il Partito Democratico, sa benissimo tutto questo tant’è che molti lavori li abbiamo progettati noi e finanziati con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Non confondiamo la richiesta di trasparenza, che giustamente il Pd sta portando avanti, con la volontà di bloccare i lavori. Anche io che sono di sinistra sono convinta che sarebbe sbagliato fermarsi, ma servono trasparenza e condivisione".

"La Diga - prosegue l'ex ministro - è un lavoro imponente e molto complesso per le particolarità del mare davanti a Genova. Costerà un miliardo e trecento milioni, sempre che non aumenti il prezzo, visto che le materie prime ora costano di più rispetto ai tempi del progetto. Però nel medio periodo si ripagherà. Soprattutto, se non si dovesse realizzare, il porto non rimarrà quello attuale, ma regredirà nel panorama mondiale".
 

Quanto ai tecnici che ne sottolineano aspetti di pericolo, "Mi fido dei medici e degli scienziati quando c’è il Covid e mi fido degli ingegneri quando mi occupo di opere pubbliche. Il progetto è stato sottoposto al vaglio del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che ha dato il suo via libera. I problemi sono emersi nell'aggiudicazione della gara e segnalati dall'Anac recentemente. Il via libera finale al progetto è avvenuto con il governo Draghi, un altro esecutivo che ha ritenuto l'opera strategica".
 

Quanto alle accuse a Toti, "Resto garantista e non sono io a dover giudicare. Io con Toti ho sempre avuto buoni rapporti istituzionalI, pur giudicando negativamente il suo operato politico... Esistono interessi legittimi e illegittimi, le leggi prevedoo gare appalti e procedure, le amministrazioni agiscono con gli atti, non con relazioni amicali, l'etica e la legge sono chiare in proposito".