Bonus casalinghe, Salis: "slogan da anni 50". Cavo smentisce: "Nel programma nessuna misura per chi resta a casa"

di R.O.

5 min, 48 sec

Lo scontro a distanza si infiamma all'indomani della presentazione del programma del centrodestra

Bonus casalinghe, Salis: "slogan da anni 50". Cavo smentisce: "Nel programma nessuna misura per chi resta a casa"

Sul programma della coalizione di centrodestra per le elezioni a Genova si è scatenato un giallo, legato alla presenza di una frase che fa intendere la volontà di istituire un bonus per le casalinghe, non smentita dal candidato sindaco Pietro Piciocchi. La frase 'incriminata' è la seguente: di fianco alla voce "Le donne" si legge "Parametrato all’ISEE. Per sostenere le donne che hanno scelto, anche solo per un periodo della loro vita, di dedicarsi al 100% alla famiglia". Pur essendo evidente che a questa frase manchi qualcosa (non è indicato cosa sia "parametrato all'Isee"), le parole scritte sono sufficienti a far intendere che si tratterebbe appunto di una misura a sostegno delle casalinghe attraverso un bonus, un voucher o simili. Come già detto, inizialmente Piciocchi non ha smentito quanto si intende e ha spiegato che "le donne devono poter esprimere le loro volontà e fare le loro scelte, lavoriamo per l’indipendenza delle donne e per evitare qualunque tipo di discriminazione". Secondo il centrodestra, la frase scritta nel programma rappresenterebbe quindi l'intenzione di lavorare sul tema più che una misura ben definita.

Centrosinistra all'attacco - Gli attacchi del centrosinistra non sono tardati ad arrivare. La candidata sindaca Silvia Salis ha parlato di "slogan da anni '50": "Siamo tutti d'accordo che nel 2025 l'obiettivo dev'essere sviluppare il lavoro femminile - ha dichiarato - non con slogan sterili ma con un sistema che partendo dai servizi levi dalle spalle delle donne il carico sociale, ricordo che questo è un Paese in cui quasi una donna su due in età da lavoro non lavora, è una grande emergenza, va affrontata seriamente". Secondo Salis l'obiettivo del Comune deve essere quello di "rimuovere gli ostacoli che ci sono tra le donne e il lavoro", inoltre la candidata ritiene che "le donne debbano sconcertarsi davanti a una proposta come questa, tant'é che quando è stato fatto notare al centrodestra che è un provvedimento non in linea con l'idea che deve avere dello sviluppo del lavoro femminile nel 2025, hanno tentennato e si sono arrampicati sugli specchi. Sono provvedimenti che danno un messaggio sbagliato - aggiunge -, il messaggio dev'essere che le donne devono perseguire l'indipendenza economica perché da qui parte spesso il riscatto da situazioni dannose, nocive e tossiche. Io credo che la violenza domestica sia fortemente legata alla violenza economica, dare questo tipo di messaggio da parte delle istituzioni è completamente sbagliato. Da donna vorrei vedere il Comune di Genova al fianco delle donne per la loro emancipazione e indipendenza economica".

Durissimo anche l'affondo del gruppo Democratiche Genova, secondo cui la destra ha mostrato "il suo vero volto e il suo obbiettivo: quello di tornare indietro e  mettere solo sulle spalle della donne il lavoro di cura familiare, buttando nella spazzatura decenni di lotte e conquiste". Per le Democratiche Genova "pensare a un voucher per le donne che decidono di stare a casa è una misura totalmente contraria alla loro autonomia" ed è "una misura che riporta a una visione patriarcale della società". L'autonomia economica inoltre è "il presupposto fondamentale per dare alla donne la possibilità di scegliere, anche di fronte a una rapporto violento. In Italia 4 donne su 10 non hanno un proprio conto corrente e non sarà certo un voucher, una misura una tantum, a garantire questa autonomia, anzi".

Sul tema è intervenuta anche la candidata del Movimento 5 Stelle Tiziana Beghin, per cui le donne "hanno bisogno di welfare e non di mancette". Servono "norme che permettano di godere sia della maternità, sia della possibilità di lavorare e trarne soddisfazione, facendo carriera se lo desiderano. Le due sfere possono e devono andare di pari passo, ma affinché avvenga serve un amministratore che conosca veramente le esigenze delle famiglie. Il voucher partorito dalla fantasia maschilista del facente funzione è inoltre una colossale fregatura: tenendo le mamme a casa, a che cosa servono gli asili nido e un sistema di trasporti efficienti che permetta a mamme e papà di raggiungere le scuole dal luogo di lavoro in tempi decenti senza dover ricorrere a baby-sitter e nonni, per chi ha la fortuna di averli? In pratica l'amministratore ha una scusa per lavarsene le mani. Il facente funzione si tenga pure la sua mancetta".

Contro-risposte dal centrodestra - Ilaria Cavo prova a spazzare i dubbi dal campo e smentisce nettamente l'ipotesi per cui il centrodestra voglia istituire una misura assistenzialista per le casalinghe. "Non capisco il senso di tanta polemica, non c'è scritto da nessuna parte che c'è un voucher casalinghe - ha dichiarato -. Certamente siamo per le donne, per il sostegno alle donne. Ci dicono che devono essere sostenute nella conciliazione vita-lavoro: è esattamente quello che abbiamo fatto da anni. Abbiamo messo in atto un sistema di welfare in questa regione, e quindi anche a Genova, che è fatto di sostegni, di voucher, di bonus come quelli per le iscrizioni ai nidi, per le badanti, le baby sitter, per i centri estivi. Sostegni per aiutare le donne a poter fare delle scelte di vita, se stare a casa o lavorare in maniera libera. Poi certamente possiamo anche pensare di mettere in atto altre misure che possono implementare le scelte delle donne, avere come riferimento quelle donne che non riescono in maniera continuativa a lavorare o che scelgono di rimanere a casa. Ma non stiamo pensando, non c'è scritto e non è quello che abbiamo in mente, a misure di sostegno al reddito per chi rimane a casa. Semmai possiamo pensare, ma non è una misura definita, solo un ragionamento da dettagliare, ad un sostegno alle donne che rimangono a casa in alcuni momenti della loro vita. Pensiamo alle donne in maternità, un voucher bebè o un sostegno integrativo per la pensione. Queste eventualmente sono le misure su cui stiamo ragionando e che presenteremo quando saranno definitive. Ma siamo lontani dalla società impostata a livello patriarcale: c'è un rispetto della donna in tutti i suoi ruoli, di quella che lavora, quella che sceglie di rimanere a casa, in tutte le loro scelte".

A sostegno di Ilaria Cavo è intervenuta anche la candidata di Vince Genova Marta Pastanella, che accusa la sinistra di "ipocrisia" perché "si erge a paladina dei diritti, dell’uguaglianza, dell’autodeterminazione, ma appena si presenta un’iniziativa a sostegno delle donne, ecco che partono gli attacchi. La misura in questione - spiega - è una misura che stiamo ancora definendo che per questo motivo non è stata inserita nel programma (perlomeno non in forma definitiva, ndr), pensata con la volontà di fornire un aiuto temporaneo in diversi e particolari momenti della vita di una donna. Si tratta di una tutela, di un sostegno welfare e non di un incentivo a “stare a casa”. È un atto importante, per cui stiamo prendendo tempo per definirla come giusto che sia fatto da una politica responsabile e davvero attenta".

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