Bilancio anno giudiziario, in Liguria i reati commessi dai minori sono un'emergenza
di Emilie Lara Mougenot
Il procuratore di Genova Mario Pinelli traccia un quadro preoccupante tra violenza giovanile, omicidi e criticità legislative
Nel bilancio dell’anno giudiziario, il procuratore generale di Genova, Mario Pinelli, ha evidenziato un 2024 segnato da un preoccupante aumento dei reati, in particolare quelli commessi da minorenni, ma anche da una crescente inefficienza del sistema giuridico italiano, sollecitando una riforma profonda.
Reati in aumento – Il procuratore ha denunciato un allarme crescente per i reati commessi da minori di 14 anni in Liguria, con un incremento delle denunce del 63% rispetto all’anno precedente. Questo fenomeno evidenzia un’inquietante escalation di violenza, con reati che spaziano dalle rapine agli atti di aggressività sessuale, passando per episodi sempre più frequenti di violenza di gruppo, come le famigerate “baby gang”. I reati legati alla violenza di genere, in particolare, sono in aumento, così come altri reati , con alcuni crimini particolarmente eclatanti, come quello di un 17enne che ha ucciso un uomo con cui si prostituiva.
Infortuni sul lavoro e omicidi volontari – Un altro tema trattato nel bilancio riguarda l’aumento degli omicidi volontari, che ha registrato una crescita preoccupante, e gli incidenti mortali sul lavoro, che sono quasi raddoppiati passando da 12 a 22 casi. Pinelli ha sottolineato come spesso dietro questi infortuni ci sia una scarsa attenzione alla sicurezza nei luoghi di lavoro, aggravata da imprenditori che, per motivi di costi, accettano esposizioni a rischi mortali. Inoltre, la condizione di alcuni lavoratori extracomunitari, che si espongono a lavori ad alto rischio per guadagni miseri, è un fenomeno che continua a destare preoccupazione.
Criticità nel sistema giuridico – Ma non sono solo i dati dei reati a preoccupare il procuratore. Pinelli ha messo in luce anche la crescente inefficienza e disorganizzazione del sistema giuridico italiano. A fronte di un aumento della legislazione, il sistema appare sempre più farraginoso e privo di coordinamento. Pinelli ha denunciato la mancanza di una “seria, complessiva riflessione” sulla necessità di depenalizzare molte tipologie di reato e rendere il sistema penale meno punitivo, cercando soluzioni alternative che non portino solo a un inasprimento delle pene.
Riforma Cartabia e problemi di qualità – In particolare, la riforma Cartabia, che avrebbe dovuto puntare a ridurre l’affollamento delle carceri e alleggerire il sistema, ha portato, secondo Pinelli, a risultati opposti, con continui inasprimenti delle pene che rischiano di spingere il sistema giuridico ancora più verso un “modello carcerocentrico”. Un aspetto che emerge con forza è anche l’accentuata attenzione alla quantità di sentenze prodotte, a discapito della qualità dei processi. Pinelli ha denunciato come i tempi compressi dei processi e l’assenza di adeguati spazi per le impugnazioni abbiano creato una giustizia che più che basarsi su principi di equità si concentra sulla velocità e sul numero di procedimenti chiusi.
Il rischio dell’intelligenza artificiale – Il procuratore ha anche sollevato il rischio che l’intelligenza artificiale possa entrare nella giustizia, riducendo il ruolo della giurisprudenza creativa. Secondo Pinelli, la progressiva applicazione dell’intelligenza artificiale potrebbe appiattire la diversità e la profondità del pensiero giuridico, spingendo verso una giustizia standardizzata e priva di sfumature, riducendo la possibilità di applicare il diritto in modo critico e riflessivo.
Impunita e sfiducia nelle istituzioni – Infine, Pinelli ha sottolineato come il fenomeno dell’impunità, con una grande quantità di reati rimasti irrisolti e a carico di ignoti, stia erodendo la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Questo senso di incertezza genera preoccupazione e sfiducia nelle forze dell’ordine e nel sistema giuridico, con potenziali effetti devastanti sulla coesione sociale e sulla sicurezza.
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