Bersani (Leu): "Il modello Genova? Non replicabile in altre situazioni"

di Redazione

Sulla guerra: "Putin un comunista? Per l'amor di Dio...E' un nazionalista aggressivo, revanchista imperiale. Gorbaciov? Si comportò molto diversamente"

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Il deputato di Leu Pierluigi Bersani oggi a Genova per l'incontro 'Pci 100/mo anniversario - Nel segno del lavoro: incontro per una sinistra fondata sul lavoro, in Italia e in Europa' ha parlato anche delle elezioni comunali di Genova. "Bucci? Parlo di quello che ho visto da osservatore esterno. Genova ha reagito bene a quello che è successo, ma questo è avvenuto grazie a normative e regole assolutamente non replicabili in altre situazioni. Soprattutto, quella di Genova è stata una reazione corale, e sarebbe sgarbato se qualcuno se la intessasse. Per il resto vedo tanti problemi, e noi stiamo lavorando per avere la possibilità di risolverli". "In questa campagna elettorale mettiamo al centro il lavoro, perché ci sono ancora troppe diseguaglianze. certo, non è un tema esclusivo di una elezione comunale, ma crediamo importante dare il nostro punto di vista alla gente".

Fra i tanti argomenti trattati anche quello della guerra in Ucraina. "Il paese aggredito va aiutato, il punto di partenza è questo. Perché è aggredito e perché è importante che stia in piedi anche in futuro, chi prospetta soluzioni differenti nonn ha presente. Per il dopo guerra vogliamo una soluzione sicura che consenta a tutto il continente di parlare pacificamente. Putin un comuncista? Ma non scherziamo è un revanschista nazionalista. Non facciamo paragoni con Gorbaciov, che fece finire tutto senza spargere una goccia di sangue e meriterebbe sette premi Nobel solo per questo":

Anche nel suo intervento sul palco Bersani aveva toccato tanti temi. "Le formazioni della sinistra plurale devono riunificarsi mettendoci una novità, ma attenzione, quando arrivano le elezioni politiche ammucchiarsi solamente non basta, devi metterci una novità, il 45% di italiani non sa se e per chi andrà a votare. C'è molto popolo dentro al 45%".

"E' un appello che rivolgo al Pd in modo particolare - spiega Bersani -. Alla sinistra sta passando davanti il treno per riprendere la strada: si chiama lavoro. Serve una novità programmatica sul lavoro e poi dev'esserci anche una novità politica, bisogna dire agli italiani che sta nascendo qualcosa di nuovo, un grande partito della sinistra plurale, che faccia uno sforzo visibile e si strappi la giacca".

"Italia Viva va dove la porta il cuore, non possiamo stare dietro a queste cose, chi vuol tenersi le mani libere, sfruttare utilità marginali faccia la sua strada, provate pure a fare un partito di centro, sareste gli unici al mondo a riuscirci in questa fase dove in tutto il mondo si creano grandi schieramenti di qua o di là. In un nuovo partito della sinistra plurale sono sicuro che non ci troveremo con Italia Viva, per le scelte che han già fatto loro e che conosco da un po'", commenta Bersani.

"A chi nel centrosinistra ce l'ha sempre con i Cinque Stelle dico che non è che se cade un meteorite è colpa di Conte. O è così o Pomì, ma Pomì è 'vince la destra', non c'è discussione, chi ha perplessità tra l'incontro del centrosinistra con il M5S concluda dicendo che ritiene accettabile Meloni e Salvini al Governo. Punto". Alle elezioni di Genova il centrosinistra si è alleato con il M5S. "E' un'alleanza ancora faticosa, i Cinque stelle devono darsi un profilo più leggibile dal punto di vista programmatico e politico, ma Conte sta facendo questo sforzo", commenta Bersani.