Balneari, trovato l'accordo: proroga fino al settembre 2027 nella bozza
di Redazione
Previsti indennizzi per i concessionari. In caso di impedimenti nella gara slittamento al marzo 2028
E' stato trovato finalmente l'accordo con Bruxelles per le concessioni balneari che sono prorogate fino al settembre 2027, dopo un lungo dibattito, ma in caso di ragioni oggettive che impediscono il completamento della procedura di gara possono essere ulteriormente rimandate al 31 marzo 2028. Questo è il contenuto della bozza del decreto che contiene "Disposizioni urgenti in materia di concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali perfinalità turistico-ricreative e sportive" in arrivo nel corso della giornata odierna all'esame del Consiglio dei Ministri. Nel caso di un nuovo concessionario, il concessionario uscente avrà "diritto al riconoscimento di un indennizzo a carico del concessionario subentrante". L'indennizzo è "pari al valore degli investimenti effettuati e non ancora ammortizzati al termine della concessione, compresi gli investimenti effettuati in conseguenza di eventi calamitosi debitamente dichiarati dalle autorità competenti o in conseguenza di sopravvenuti obblighi di legge, al netto" di aiuti o sovvenzioni pubbliche, e "pari a quanto necessario per garantire al concessionario uscente un'equa remunerazione sugli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni". Quest'ammontare, si precisa, andrà stabilito sulla base dei criteri previsti con decreto del Mit, di concerto con il Mef, da adottare entro il 31 marzo 2025.
Le procedure di gara per le nuove concessioni balneari dovranno essere avviate "almeno sei mesi prima della scadenza" della concessione. Per la prima applicazione delle nuove norme l'avvio delle gare dovrà comunque scattare entro e non oltre il 30 giugno 2027. Per quanto riguarda la durata della concessione, si stabilisce che: non sia "inferiore ai cinque anni e non superiore ai venti anni" ed sia "pari il tempo necessario a garantire l'ammortamento e l'equa remunerazione degli investimenti previsti dal piano economico-finanziario dell'aggiudicatario".
"Entro il 31 luglio 2027" il ministro delle infrastrutture e dei trasporti dovrà trasmettere alle Camere una relazione sullo "stato delle procedure selettive al 30 giugno 2027, evidenziando in particolare l'esito delle procedure concluse e, per quelle non concluse, le ragioni che ne abbiano eventualmente impedito la conclusione". Inoltre il ministro dovrà anche trasmettere alle Camere, "entro il 30 giugno 2028", una relazione finale sulla "conclusione delle procedure selettive sul territorio nazionale".
Tuttavia c'è un problema, la maggioranza del governo è contraria alla bozza. Lega, Forza Italia e una parte di Fdi sono infatti contrari all’obbligo di gare previsto dal nuovo testo. L'Europa su questo però non è disposta a trattare. La situazione è complessa perché c'è spazio per trattative ancora per poche settimane, prima che l'Italia rischi di finire davanti alla Corte di giustizia dell’Unione europea per l’ennesimo rinvio sull’applicazione della direttiva Bolkestein. Pare che il decreto “Salva-infrazioni”, il veicolo delle nuove norme sulle concessioni balneari, non sia neanche stato inserito nell’ordine del giorno del pre Consiglio. Verrà invece portato “fuori sacco” sul tavolo del Cdm, convocato a Palazzo Chigi alle 17.30, solo se i partiti di maggioranza accetteranno l’accordo preliminare raggiunto da Fitto con l’Ue, come si legge anche su La Repubblica. Per la Commissione europea le gare vanno fatte e subito, mentre la maggioranza vuole aggirare questo. C'è poi anche un altro nodo da sciogliere, che è la questione degli indennizzi: i balneari contavano su una sorta di buonuscita, mentre la bozza prevede invece solo il corrispondente degli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni, in riferimento ai soli beni non ancora ammortizzati.
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