Autonomia differenziata, convegno del Pd a Tursi per ribadire il no. Orlando: "Ai liguri non conviene"
di Riccardo Olivieri
L'intervento della deputata Debora Serracchiani: "Legge nata male e smontata dalla Corte. Porterebbe ad avere venti staterelli, l'Italia ne uscirebbe impoverita

Poche parole ma semplici per motivare il proprio no all'autonomia differenziata: "Ai liguri non conviene". È un Andrea Orlando pragmatico quello che parla al convegno dal titolo "Autonomia differenziata o uguaglianza negata?", che si è svolto nel tardo pomeriggio di ieri a Palazzo Tursi. A coloro che hanno sfidato la pioggia battente per sedersi in ascolto nel Salone di Rappresentanza l'ex ministro, oggi consiliere regionale, ha presentato un conto: "La spesa sanitaria cresce e il gettito dei porti anche ma non con la stessa velocità - ha dichiarato -. I liguri rischiano di dover dare più soldi di quanti ne guadagnerebbero da un processo di autonomia".
Italia divisa - A mettere il carico politico ci pensa la deputata dem Debora Serracchiani, secondo cui la legge "è nata male e per questo è stata smantellata dalla Corte Costituzionale. Porterebbe ad avere venti piccoli staterelli: a quel punto si salvi chi può". Le 23 materie delegate alle Regioni - troppe secondo Serracchiani - rischierebbero di allargare ulteriormente il divario tra le regioni del nord e quelle del sud e "l'Italia ne uscirebbe impoverita, perché ogni volta che il nord si è allontanato dal sud, l'Italia si è allontanata dall'Europa". Nonostante la mano pesante della Corte, Serracchiani invita a non distogliere l'attenzione dal tema: "Continueremo a fare battaglia in Parlamento perché l'autonomia differenziata comunque c'è e verrà portata all'attenzione dell'aula nelle prossime settimane".
La sanità - Uno dei nodi principali è quello della sanità, fonte di spese pari a circa l'80% del bilancio in Liguria e materia dove le Regioni godono già di autonomia. "È naturale avere materie e competenze che paghiamo con le nostre risorse - spiega Serracchiani -. Se queste sono le condizioni e non ci si divide su temi essenziali siamo pronti a discutere" ma non su un numero elevato di materie. Su questo tema è Orlando ad usare le parole più dure: "Serve un cambiamento - spiega -, siamo di fronte al collasso, anche se si fa finta di non vederlo".
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