Ansaldo Energia, l'ad Fabbri: "Obiettivo incrementare numero di vendite, per il 2024 non pensiamo alla cassa integrazione"

di Lorenzo Aluigi

"Ho ricevuto e accettato un piano industriale che, nel prossimo triennio, prevede 4/5 macchine. Vorrei cercare di fare meglio, portandole a 15"

L'ad di Ansaldo Energia, Fabrizio Fabbri, ha incontrato la stampa per fare il punto della situazione sull'azienda.

"La ricapitalizzazione da 580 milioni (prima tranche da 230 già arrivata) ci mette al sicuro, per ora. Dobbiamo rimboccarci le maniche, il messaggio di base è questo. Non ci sono in vista altre manovre finanziarie, in questo momento la mia attenzione e del mio team è tutta rivolta a stabilizzare il business e renderlo profittevole. Una volta stabilizzato tutto potremo pensare ad altro, parlando di investimenti, espansione sul futuro, altri mercato e altre sedi. Oggi dobbiamo solo lavorare qua".

"Ansaldo è un'azienda che si deve internazionalizzare, guardando a mercati fuori dall'Italia e dall'Europa. Sto pensando al Medio Oriente e al Nord Africa, che consideriamo un mercato domestico. Paesi come il nostro che si affacciano sul mare devono avere obiettivi di questo tipo. Io sono molto fiducioso e mi piace esserlo: parliamo di un'azienda con storia, competenze e soprattutto prodotti. Dobbiamo lavorare per renderli competitivi e per venderli in giro per il mondo. Facendo questo potremo portare l'Italia a internazionalizzarsi".

Sulla cassa integrazione: "E' uno strumento, ma molto doloroso. Facendola si perde flessibilità. Ringrazio tutte le persone che lavorano in Ansaldo perchè hanno lavorato instancabilmente, tra sabati, domeniche e festivi. Stiamo lavorando per aumentare il numero di macchine che venderemo e per evitare la cassa integrazione: è davvero l'ultima arma per salvare un'azienda. I numeri oggi ci dicono che la cassa integrazione è un qualcosa che non stiamo contemplando per il 2024".

Sul piano industriale: "Io ho ricevuto e accettato un piano industriale che, nel prossimo triennio, prevede 4/5 macchine. Io vorrei cercare di fare meglio, portandole a 15. Non so ancora dare certezze su questo, il nostro è un ciclo lungo e le nostre commesse si materializzano da 3 a 5 anni e quindi noi stiamo cercando di riempire il più possibile. Questo è il mio obiettivo".

Sul nucelare: "Parliamo di un'opportunità per chi ce l'ha, una tecnologia che in futuro andrà guardata senza ideologie, in maniera molto pragmatica. I numeri dicono che non è una tecnologia rischiosa, l'innovazione è rappresentata dalle dimensioni dei nuovi reattori, che sono più ridotte e accettabili. Possono quindi rimpiazzare le centrali di tipo tradizionale. Quando ce lo chiederanno lo faremo all'estero, per ora, ma io credo che sia un'energia strategica per l'Italia e il nostro paese è uno dei pochi ancora presente in questo settore".