Vujadin Boskov, sei anni fa la scomparsa del tecnico dell'epoca d'oro
di Maria Grazia Barile
Dalla conquista dello scudetto alla "Samp copetera"
Il 27 aprile 2014 moriva a Novi Sad Vujadin Boskov. Da calciatore arrivò in Italia negli anni Sessanta, alla Sampdoria, e a Genova in blucerchiato sarebbe poi tornato da allenatore togliendosi grandi soddisfazioni. Dopo aver vinto la Liga con il Real Madrid nel 1980, nell'85 fece ritorno nel nostro paese per guidare l'Ascoli in B, riportandolo in A. Nella stagione successiva approdò alla guida della Samp che in sei anni portò ad una serie di successi memorabili: era la squadra di Mancini e Vialli ma anche di Pagliuca e Vierchowod, di Cerezo e Lombardo. Vinse uno scudetto, due Coppe Italia, una Supercoppa di Lega e una Coppa delle Coppe. Con la Samp arrivò anche alla finale di Coppa Campioni nel 1992, sconfitto dal Barcellona. Allenò poi la Roma, il Napoli, il Servette, di nuovo la Samp, il Perugia e, da ct, la Jugoslavia. E' rimasto famoso per una serie di massime ironiche ma anche piene di verità: "Rigore è quando arbitro fischia", "Gullit è come cervo che esce di foresta". E ancora: "Meglio perdere una partita 6-0 che sei per 1-0".
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