Vaccini in Liguria, Toti: "Nessun rallentamento nonostante i ritardi di Pfizer"
di Redazione
"Le scorte per le seconde dosi ci sono. Slitta però al 10 marzo il via alla vaccinazione sugli ultra 80enni"
"In Liguria le scorte di vaccino ci sono e serviranno a coprire i ritardi di consegna di Pfizer per la somministrazione delle seconde dosi a personale sanitario e chi vive o lavora nelle Rsa". La rassicurazione viene dal presidente della Regione Giovanni Toti che, al termine di una riunione con il governo, ha dato alcuni aggiornamenti in diretta Facebook. "Il commissario Arcuri ci ha confermato che la prossima settimana ci sarà una riduzione nelle consegne da parte di Pfizer - ha ribadito Toti - Si prevede per ora la consegna della restante parte di dosi nella settimana successiva. Al momento, questo non comporta granché per la Liguria perché abbiamo agito con aculatezza. Abbiamo tenuto una programmazione che ci consente di effettuare tutte le seconde dosi per coloro che sono stati vaccinati dal 27 dicembre. Certo, il ritardo nelle consegne da parte di Pfizer porterà ad un allungamento della somministrazione delle prime dosi ad una parte della popolazione target, per la quale prevediamo di concludere la vaccinazione, anche con le seconde dosi, alla prima settimana di marzo anziché entro la fine di febbraio come avevamo programmato all'inizio. A quel punto, poi, intorno al 10 di marzo, partirà la vaccinazione sulla base dell'età, degli ultra 80enni che vivono nelle loro case e non nelle rsa, insieme a coloro che hanno malattie di tipo permanente".
"Con il governo - aggiunge Toti - abbiamo parlato anche del vaccino AstraZeneca, che tra il 27 e il 29 dovrebbe essere approvato dall'Agenzia Europea del Farmaco. In questo caso non sappiamo ancora a quale popolazione target verrà destinato. E' probabile che ci saranno delle prescrizioni, cosicché si lavorerà su due binari paralleli: i vaccini Pfizer e Moderna dovranno essere usati per le persone sopra gli 80 anni mentre l'AstraZeneca verrà usato sulla popolazione sotto i 65 anni. La notizia negativa è però che anche AstraZeneca non solo consegnerà meno dosi, circa il 50% in meno nel primo trimestre, ma che le consegnerà probabilmente a partire dal 15 di febbraio e non dai primi del mese. Il che vorrà dire ulteriori 15 giorni di ritardo".
"L'obiettivo condiviso - conclude - non è tanto il raggiungimento dell'immunità di gregge che arriverà solo verso l'inizio dell'estate perché comporta molti milioni di vaccinazioni ma piuttosto, visto che i dati sono concordi, riuscire a ridurre il tasso di mortalità del covid di oltre l'85% a patto che si riesca a vaccinare tutti gli ultra 75enni. Questo significa che anziché avere 100 decessi, ne avremo circa 15, il che riduce di molto la drammaticità del covid e anche per i nostri ospedali, una volta messa in sicurezza la fascia di popolazione dai 75 anni in su, i benefici sarebbero notevoli, riducendo i posti occupati in ospedale anche del 50%".
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