Ucraina, il Comune attiverà tre hub per la raccolta degli aiuti. Ecco dove
di Marco Innocenti
Il sindaco Bucci: "Creeremo anche un centro dedicato alle persone che avranno bisogno di un alloggio: tutto passerà dal numero verde dedicato"
"Il Comune di Genova creerà un centro di smistamento che metta in contatto i profughi ucraini che cercano un posto dove stare e le associazioni e famiglie che offriranno loro un tetto". Lo ha spiegato il sindaco di Genova Marco Bucci a margine dell'incontro con i vertici di Bper in vista della fusione con Carige.
"Ci sarà anche un centro comunale di raccolta di generi di prima necessità - ha chiarito Bucci - ma al momento ci è sembrato più efficiente il sistema della raccolta capillare, anche in attesa di capire come cibo, medicinali, abiti saranno poi inviati in Ucraina, quindi daremo la possibilità a tutti, associazioni, parrocchie, reti di cittadini, di attivare i loro canali preferenziali per raccogliere e inviare".
Più tardi, in consiglio comunale, lo stesso sindaco Bucci ha precisato che il Comune attiverà tre centri di raccolta dei beni di prima necessità: uno in via Fillak, uno in piazzale Kennedy e uno a Brignole.
"Avremo poi - continua Bucci - un hub dedicato alle persone, gestito dal Comune in accordo con la prefettura, per mettere in contatto chi ha bisogno di un posto dove essere ospitato e le associazioni, enti o privati cittadini che metteranno a disposizione stanze, strutture o case. Sono molte famiglie che ci hanno dato disponibilità a ospitare i profughi a casa propria, per quanto tempo non lo sappiamo".
La sede dell'hub è ancora da definire anche se il lavoro sarà organizzato attraverso il numero verde già attivo, l'800 177 797. "Non sappiamo quanti sono i profughi per ora arrivati ma non credo si tratti ancora di numeri elevati - ha concluso Bucci - e chi è arrivato ha trovato accoglienza presso al comunità ucraina. Insisto sul fatto che per i profughi ci vorrà non solo un aiuto pragmatico, economico, ma anche un supporto sociale per fare sì che a queste persone possa tornare il sorriso sulle labbra, bisogna fare in modo che il loro arrivo a Genova sia qualcosa di positivo, che non lo vivano come un esilio o una prigione, parliamo soprattutto di bambini o di donne i cui mariti sono finiti a combattere".
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