Teatro: Marina Minetti e il suo "Death Cafè", successo alla Claque
di Redazione
Sala gremitissima e tanti applausi per l'artista genovese, che dedica un monologo all'argomento più tabù di tutti
La Claque del Teatro della Tosse trasformata in un "Death cafè", uno di quei luoghi, che esistono realmente in altri Paesi, dove gli avventori si incontrano per parlare della morte. E "Death cafè" era appunto il titolo del monologo che Marina Minetti ha scritto con la collaborazione di Emanuele Conte e Luigi Ferrando e ha interpretato ieri sera in prima nazionale.
E' la storia di una conduttrice radiofonica che stanca di dover evitare i temi che via etere sono tabù decide di affrontare quello più spinoso davanti a una platea 'costretta' a una sorta di seduta psicanalitica. L'obiettivo è parlare della morte per superarne la paura. E la Minetti (autrice del podcast "Death cafè" pubblicato da Mondadori Studios) chiama a testimoni filosofi antichi e moderni (i più lontani, Epicuro e Socrate), ironizza sulle paure più frequenti (quella di volare, ad esempio), sottolinea l'irrazionalità del terrore di morire (finchè ci siamo non c'è la morte, quando c'è lei non ci siamo più noi), parla dei cimiteri, delle tombe "fai da te", delle diverse situazioni che portano all'al di là, dalla morte improvvisa al lento spegnersi per i malati terminali.
Lo fa alternando ironia a cinismo, malinconia a gag comiche. Sala gremitissima e tanti applausi.
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