Stati Uniti, Trump firma subito ordini esecutivi per tornare indietro su ambiente e Parigi
di Simone Galdi
Il presidente annuncia il ritiro dall'Accordo di Parigi e la revoca delle restrizioni sulle trivellazioni petrolifere federali
Donald Trump, subito dopo il giuramento, si prepara a firmare una serie di ordini esecutivi che segneranno un netto cambio di rotta rispetto alle politiche dell'amministrazione Biden. Il neopresidente ha promesso che “ogni ordine esecutivo radicale e insensato di Biden sarà revocato entro poche ore dall'insediamento”.
Priorità - La prima ondata di decreti punterà principalmente alla revoca delle normative ambientali e alla promozione della produzione di combustibili fossili. “Non aspetteremo settimane, inizieremo subito”, ha dichiarato Trump durante un comizio pre-inaugurale, ribadendo la volontà di "sbloccare l’oro liquido sotto i nostri piedi". Tra i provvedimenti attesi spicca il ritiro degli Stati Uniti dall'Accordo di Parigi, invertendo l’impegno recentemente annunciato da Biden di ridurre le emissioni nazionali del 61-65% entro il 2035.
Trivellazioni - Un'altra priorità sarà l’eliminazione delle restrizioni imposte da Biden sulle trivellazioni petrolifere su terreni federali e nelle acque costiere. Queste misure sono state descritte da Trump come “un freno inutile” per l’economia energetica americana, promettendo di restituire piena libertà agli operatori del settore.
Altre misure - Gli ordini esecutivi toccheranno anche temi come la sicurezza dei confini, l’abolizione delle regole sulla diversità e l’uguaglianza nelle scuole e nell’esercito, e la cancellazione dei mandati sui veicoli elettrici. Trump potrebbe anche reintrodurre dazi doganali su vasta scala e vietare la costruzione di nuovi parchi eolici.
Critiche - Le reazioni non si sono fatte attendere. Gli attivisti ambientali e alcuni leader imprenditoriali hanno definito queste mosse "un pericoloso passo indietro". Alice Hill, del Council on Foreign Relations, ha sottolineato che l'uscita degli Stati Uniti dall'Accordo di Parigi rappresenterebbe un ostacolo significativo nella lotta globale al cambiamento climatico. “Questo non significa però la fine dell'azione climatica negli USA: gli stati a livello locale hanno un ruolo cruciale da giocare”, ha affermato.
Legalità - Diverse iniziative potrebbero essere contestate in tribunale. L’ex segretaria agli Interni Deb Haaland ha assicurato che molte delle politiche ambientali dell’amministrazione Biden sono state progettate per resistere a tentativi di smantellamento. “Abbiamo avvocati eccezionali che lavorano per garantire la solidità delle nostre azioni”, ha dichiarato.
Divisioni - Anche tra i sostenitori di Trump, alcune misure, come l'eliminazione dei sussidi per le tecnologie pulite e i veicoli elettrici, potrebbero generare divisioni. Gli esperti avvertono che queste politiche rischiano di alimentare l'inflazione e scoraggiare investimenti negli stati repubblicani.
Sfida climatica - Nonostante il ritorno degli Stati Uniti a politiche meno ambiziose, molti stati americani continueranno a perseguire obiettivi climatici indipendenti, mirando a una transizione energetica che riduca le emissioni e favorisca le energie rinnovabili. “La lotta per un pianeta più sano non si ferma con Trump”, ha dichiarato il Green Party, invocando maggiori investimenti in lavoro verde e infrastrutture sostenibili. L’arrivo di Trump alla Casa Bianca segna una svolta che influenzerà non solo gli Stati Uniti, ma anche gli equilibri globali nella lotta al cambiamento climatico. La comunità internazionale, ora più che mai, dovrà trovare nuove strade per contrastare questa inversione di rotta.
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