SiPoTra: riforma dei servizi pubblici non di linea, soluzioni a confronto con Patanè e categorie

di Carlotta Nicoletti

2 min, 54 sec

SiPoTra, l’associazione di politica dei trasporti, ha organizzato un seminario sul tema “Una riforma per i servizi di trasporto pubblico non di linea?”

SiPoTra: riforma dei servizi pubblici non di linea, soluzioni a confronto con Patanè e categorie
 

SiPoTra, l’associazione di politica dei trasporti, ha organizzato un seminario sul tema “Una riforma per i servizi di trasporto pubblico non di linea?”, con ampia partecipazione di esperti aderenti l’associazione e dell’assessore alla Mobilità di Roma Capitale, Eugenio Patanè, nonché delle associazioni di categoria dei taxi ed NCC, che forse per per la prima volta hanno partecipato ad un momento di dibattito e di confronto aperto e dedicato esclusivamente all’approfondimento dei problemi.

1992: è questa la data dell’approvazione della legge n. 21, “Legge quadro  per il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea”; a trent’anni dall’approvazione di questa legge, il Parlamento ha confermato la propria inerzia cancellando senza tentennamenti l’articolo 8 del disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021 che proponeva la delega al governo per la revisione della disciplina in materia. Il seminario ha rilevato che – pressoché senza eccezioni – pari inerzia hanno mostrato i comuni, mentre nel frattempo da più fonti si sono moltiplicate le sollecitazioni a intervenire in maniera organica: dal mercato, propiziate dall’innovazione digitale, dalle esperienze degli altri paesi, dall’insoddisfazione della domanda, dalle segnalazioni dell’Autorità della concorrenza e dell’Autorità di regolazione dei trasporti, dalla giurisprudenza. L’unico intervento in materia, dopo polemiche abbastnza aspre in relazione a ripetuti disservizi registrati soprattutto nelle grandi città, è consistito nella presentazione da parte del governo del decreto legge 104/2023, poi approvato dal Parlamento, che non può certo essere  considerato come risposta esaustiva alle problematiche del settore,  in quanto si limita ad autorizzare i comuni a rilasciare licenze aggiuntive in via sperimentale e temporanea oppure a titolo permanente ma non oltre il 20%, ma rinunciando ad ogni capacità di programmazione e penalizzando persino dal vista finanziario i comuni.

Il dibattito ha confermato quanto sottolineato con particolare problematicità dall’assessore Patanè: la legge del ’92 fa riferimento ad una realtà che oggi semplicemente non esiste più, nel frattempo i nodi metropolitani sono diventati l’avanguardia di una trasformazione dei concetti stessi di mobilità con direttive e programmi vncolanti provenienti soprattutto dall’Unione Europea cui le amministrazioni delle grandi città stanno cercando di adeguarsi, ma facendo i conti con una drammatica carenza di dati e “privative” di gestione dei processi di servizi pubblici diventati del tutto antistoriche. Il risultato è che l’Italia risulta indietro in tutte le classifiche a livello europeo (Madrid ha sei volte il numero di taxi di Roma, Parigi 11 volte di più), e – come ha mostrato un’indagine compiuta da Carlo Carminucci di Isfort – presenta soprattutto forti sperequazioni territoriali, i servizi taxi sono concentrati non solo nelle tre grandi città di Milano, Roma e Napoli, ma risultano quasi inesistenti al Sud o comunque fuori dai grandi nodi metropolitani.

Sulle possibili soluzioni da adottare hanno discusso nel corso del seminario: Eugenio Patanè, Assessore alla Mobilità, Roma Capitale; Mario Sebastiani, Presidente SIPoTra, Università di Tor Vergata; Andrea Pezzoli, Vice Segretario generale, Autorità garante della concorrenza e del mercato; Ivana Paniccia, Autorità di regolazione dei trasporti; Carlo Carminucci, Isfort; Pietro Spirito, Universitas Mercatorum; Stefano Zunarelli, Università di Bologna Andrea Romano, Presidente di MuoverSí -Federazione NCC e Mobilità Leopoldo Facciotti, Unione Radiotaxi d’Italia.

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