Sampdoria, ecco perché Matteo Manfredi è convinto di vincere la sua scommessa

di Matteo Cantile Maurizio Michieli

2 min, 32 sec

Il progetto è a lungo termine con un percorso appena iniziato: fondamentale mantenere la categoria

Sampdoria, ecco perché Matteo Manfredi è convinto di vincere la sua scommessa

"Nominare la parola serie C è stato un errore di comunicazione, ma inconsciamente era un modo per sottolineare che abbiamo contezza e consapevolezza della situazione". Questo deve avere pensato Matteo Manfredi, presidente della Sampdoria, il 9 gennaio scorso al termine della conferenza stampa a Bogliasco, in cui il presidente della Sampdoria volle ribadire l'impegno suo e dei suoi investitori a portare avanti un progetto nato e proseguito con un orizzonte temporale a lungo termine, considerate le macerie fumanti ereditate dalla scampato fallimento della gloriosa società blucerchiata, mai stata così in basso nella sua storia oltre settantennale.

Manfredi, originario di Pavia, sta cominciando ad assaporare il mare di Genova e della Liguria come una presenza costante, consolatoria quando i pensieri bui si affollano e stimolante quando le idee prendono forma. Una, che per ora rappresenta un cruccio a causa dello scarso supporto dei risultati, riguarda il merchandising. A Leeds, prima e dopo le partite, lui e Andrea Radrizzani quasi si stupivano nel vedere fiumi di gente e tifosi che acquistavano magliette, sciarpe, gadget nello store dello stadio Elland Road. Per non parlare del docufilm sul club e la squadra, che ha fatto il giro della rete con migliaia di visualizzazioni, non solo da parte dei supporter inglesi. "Prima o poi dovremo arrivarci anche alla Sampdoria", si ripete spesso Manfredi, pur sapendo che l'Italia non è la Gran Bretagna e che soprattutto servono vittorie e traguardi raggiunti per incrementare anche questo asset fondamentale per la futura sostenibilità.

Quest'anno è stata tentata la strada della rivoluzione. Tra mercato estivo e di gennaio, sono approdati alla Sampdoria ben 24 nuovi giocatori (forse 25 visto che è atteso un altro colpo in attacco, un centravanti fisicamente forte e possente). Dalla serie A è stato "pescato", con un contratto triennale e un ingaggio elevato, il direttore sportivo premiato come il migliore della scorsa stagione nella massima categoria. Investimenti innegabilmente importanti. L'alchimia, purtroppo per la Sampdoria, non è scattata, non si è ancora creata, ma la speranza di Manfredi è che il tempo venga in soccorso e la scintilla possa scattare. "Il campionato è lungo, ma lo dicevamo anche a dicembre e il tempo stringe, serve l'accelerata", si sono detti il presidente e Pietro Accardi. Chissà che la vittoria sul Cosenza non possa davvero rappresentare il trampolino di lancio per una nuova stagione in blucerchiato e senza più le tinte fosche della paura e degli spettri.

"La società è solida e i finanziamenti tutti regolarmente tracciati", rassicura sempre sereno Matteo Manfredi, anche di fronte alle ombre emerse sulla stampa internazionale negli ultimi tempi. La Sampdoria, insomma, non corre rischi, se non quelli da fugare sul campo, dove tutto comincia e dove tutto rischia di concludersi quando le cose non girano per il verso giusto. Il presidente, pur nell'apparente disordine del momento, lo sa. Ma crede nel progetto, nel "suo" progetto. Tre/cinque anni, aveva detto. La tabella di marcia non è ancora scaduta. L'importante, ora che la squadra è finalmente ripartita dopo tredici partite senza il sorriso della vittoria, è non fermarsi. 

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