Saliceti, Natale (Pd): "Toti e Peracchini record, la prima pietra del biodigestore dura tre giorni"
di Redazione
"Una manfrina che i due ci avrebbero potuto risparmiare. L’arroganza in politica non paga mai"
"Toti e Peracchini rischiano di battere il record per la posa della prima pietra meno duratura della storia della repubblica. Tre giorni è durata la messinscena dell'avvio del cantiere per il biodigestore di Saliceti, una manfrina che ci avrebbero potuto risparmiare. L’arroganza in politica non paga mai e chi ha molta esperienza dovrebbe saperlo bene. Scagliarsi contro chi diceva che sarebbe stato più opportuno attendere la decisione di Anac prima di avviare il cantiere si sta tramutando in un boomerang politico con pesanti ricadute sulle tasche dei cittadini”. Lo ha detto Davide Natale, segretario ligure del Partito Democratico e consigliere regionale, commentando la delibera con cui Anac, l'autorità nazionale anticorruzione, boccia la variazione del contratto di servizio operato dalla Provincia della Spezia e da Regione Liguria. “Non si rileva la ricorrenza dei presupposti di legge, per la modifica del contratto senza il previo espletamento di una nuova procedura di evidenza pubblica, non sussistendo l’asserita condizione di imprevedibilità della variante”, scrive l'autorità.
“Non più tardi di qualche giorno fa avevo provato a suggerire prudenza a Toti, Giampedrone e Peracchini, che evitassero l’inutile passerella dell’ennesima prima pietra, senza sapere se ne seguirà una seconda – continua Natale - Non è una questione che vale solo per la provincia della Spezia, ma per tutta la Liguria, in cui si affastellano proposte e idee completamente scollegate da una necessaria pianificazione, dalle reali esigenze dei territori e dalla valutazione sulla sostenibilità economico-finanziaria dei progetti stessi. Tutto questo, assieme alla mancata partecipazione delle comunità interessate, più volte denunciata, sta deteriorando in maniera devastante la fiducia nelle istituzioni”.
“Lo stop di Anac salva Iren da un bagno di sangue finanziario – analizza il leader dem -. L'impianto che sarebbe stato realizzato, sovrastimato rispetto alle necessità, avrebbe operato a scarto ridotto senza poter lavorare la quantità di rifiuto necessaria a coprire la capacità realizzata. Per Toti e Peracchini ovviamente tutto questo non rappresentava un problema, visto che per questa mancanza avrebbero pagato i cittadini e la società. Continuo a pensare che un buon amministratore lo si veda quando gestisce i soldi pubblici come fossero propri”.
“Al danno fatto non c'è ormai ristoro, né al tempo perso e al denaro investito – conclude Natale -. Ma quantomeno un briciolo di chiarezza è quanto la giunta Toti deve ai cittadini spezzini e liguri. Presenterò un'interrogazione in consiglio regionale per capire come si intenda agire ora. Nel frattempo mi auguro si fermino le ruspe e si attenda che venga fatta chiarezza sugli effetti della sentenza del Consiglio di Stato, che di fatto liberalizza il mercato, e si determini quale debba essere la procedura corretta per la realizzazione degli impianti come quello di Saliceti”.
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