Regionali, Rollando (Per l'Alternativa): "Difenderò i proletari e il territorio ferito della Liguria"

di Stefano Rissetto

In gioventù leader della contestazione studentesca al liceo "Delpino" di Chiavari, poi attivista, musicista, agricoltore e allevatore

Quando prendeva la parola in assemblea d'istituto, in mezzo al grande corridoio del vecchio liceo classico "Federico Delpino", oggi trasferito altrove mentre l'edificio di via Gagliardo è inagibile, sembrava che perfino il leggendario preside Francesco Bono, effigiato in bassorilievo sulla parete accanto all'ufficio che era stato il suo, si mettesse all'ascolto. Non sempre e non tutti si poteva essere d'accordo con quel che diceva, ma c'è chi avrebbe pagato il biglietto per ascoltarlo; e lo avrebbe ascoltato per ore e ore.

Il diciottenne Nicola Rollando era uno dei capi riconosciuti del movimento studentesco del Levante, in quella fine degli anni Settanta in cui era facile scivolare nel buio, fosse a causa del piombo oppure del papavero. Nel glorioso liceo classico di Chiavari - dove allora si diceva che il migliore allievo del dopoguerra fosse stato Paolo Garimberti e che era un bastione di Comunione e Liberazione, sotto la guida del prof di religione don Pino de Bernardis - Nicola portava, con la sua dialettica trascinante e una passione con pochi eguali, le idee di una sinistra radicale, diversa da quella berlingueriana e distinta da chi aveva scelto la lotta armata, e c'era purtroppo anche in zona chi aveva preso quest'ultima strada, con una fabbrica metalmeccanica e un'acciaieria e un cantiere navale tra Sestri e Riva il terreno era fertile.

Si discuteva talmente tanto in assemblea di come bisognasse raddrizzare il mondo, che al "Delpino" non si parlava quasi mai di calcio, nemmeno a ricreazione. Partito dai severi studi classici, Rollando negli anni è tornato alla terra, coltivatore diretto, allevatore, e olivicoltore sulle alture della sua Sestri. Ha praticato anche la musica, componendo per diletto l'inno dell'US Sestri Levante, suo grande amore sportivo insieme con la Sampdoria. Ma non ha mai lasciato la vocazione per la politica vissuta sul terreno: era in prima fila tra i Disobbedienti al G8, era ad accogliere Pepe Mujica alla ricerca delle sue radici in Fontanabuona.

Alternativa - Ora Rollando si candida alla presidenza della Regione. "Per difendere proletari e sottoproletari, per l'alternativa - spiega - perché noi abbiamo visto che tutte le amministrazioni che si sono susseguite al governo della Liguria, a partire da Mori, Burlando da una parte, Toti, Biasotti dall'altra, abbiano sostanzialmente favorito le grandi concentrazioni capitalistiche. Il che mantiene al potere, chiunque governi, gli industriali e i gruppi finanziari. Tutto questo ha creato precarietà, ha creato un'aggressione al territorio e così noi vogliamo contrastare queste politiche che feriscono il territorio dal punto di vista della mancanza di servizi e anche dal punto di vista del salario e delle condizioni generali del lavoro".

Risorse - "Come trovare le risorse per fare tutto questo? Per alcune cose i soldi si trovano, cioè per la guerra, per le grandi opere che poi vengono messi a disposizione dei capitalisti. Noi proponiamo un uso alternativo delle risorse pubbliche. Non proponiamo attraverso le elezioni il ribaltamento della società, non sono così ingenuo, però cerchiamo di dare un indirizzo che sia diverso da quello attuale. Draghi dice che la guerra sarà il futuro dell'economia. Noi diciamo che dovrebbe essere il contrario. Diciamo che ci dovrebbe essere un grande welfare che parta dalla difesa del territorio".

Centri sociali - Nel corso del confronto tra candidati, Rollando ha posto a Bucci e Orlando la questione dei centri sociali. "Io ci sono cresciuto nei centri sociali e ho visto i miei figli che hanno approfittato di questa possibilità per poter crescere, per diventare genitori e per diventare lavoratori e lavoratrici. Erano comunque e sono, per quel poco che è rimasto, un centro di libertà oggettiva dove le persone si auto-organizzavano e proponevano modelli alternativi a quelli attuali. La regolarizzazione avviata da Bucci? Io credo che il bello della spontaneità stia proprio nell'essere spontaneo, nell'essere libero. Credo che questa ossessione di voler tutto riportare a un modello unico sia un po' perdente e snatura anche la spontaneità delle cose".

Sanità - "Noi siamo alternativi sia al centrodestra che al centrosinistra. La sinistra, non solo a Genova e in Liguria, ha posto questa diversificazione tra i diritti individuali e quelli collettivi, che è una cosa arbitraria e che non fa parte della nostra cultura. Noi crediamo che i diritti collettivi e quelli individuali siano oggettivamente la stessa cosa, facciano parte dello stesso tipo di problemi e quindi da parte nostra ci sarà la volontà di risolverli entrambi. Non se ne può risolvere uno se non si risolve l'altro. Per quanto riguarda il discorso della nostra contrapposizione al centrosinistra, io credo che la candidatura di Walter Ferrando all'interno delle liste del centrosinistra esemplifica un po' tutto. Da una parte loro parlano di sanità pubblica, dall'altra candidano come capolista di una loro lista collegata il campione dell'intramoenia e dell'uso in qualche modo privatistico delle forze della sanità pubblica".

Grandi opere - "Noi siamo chiaramente contrari alle grandi opere, compreso il tunnel della Fontanabuona, caso esemplificativo di un lavoro mal fatto, progettato a prescindere da una volontà di rilancio del settore dell'ardesia o della manifattura o dall'agricoltura della silvicoltura. La Fontanabuona sarà utilizzata come una discarica di Genova".

Cultura - Se eletto, Rollando vuole nominare il cantautore Max Manfredi come assessore alla Cultura. "Ci vorrebbe proprio un assessore che avesse le qualità di una persona come lui, che da De André era stato indicato come suo successore all'interno della canzone d'autore italiana. Una figura conosciuta molto più al di fuori della Liguria e al di fuori del nostri confini nazionali che qui. Io lo prenderei sicuramente a fare quel tipo di lavoro".

Entroterra - "Noi abbiamo un entroterra che è completamente sconosciuto. I programmi dei due candidati che vanno per la maggiore lo trascurano. Il nostro entroterra è 350mila ettari di foreste. La proporzione con la nostra superficie è la più alta di tutte le regioni italiane e c'è una quantità di incolti che che è pazzesca. Quindi credo che questi 350.000 arrivino tranquillamente a 500.000 ettari perché abbiamo gli uliveti delle Cinque Terre, che sono completamente abbandonati. Le zone più abbandonate della nostra agricoltura insistono sui parchi e questo è un controsenso, perché la zona parco dovrebbe essere quella dove il turismo dovrebbe veicolare anche i prodotti tipici. In realtà i parchi non fanno altro che portare l'interesse economico e anche il lavoro sulle pizzette, sui bed and breakfast, sui gelati. Per questo motivo l'agricoltura è completamente abbandonata. Un giovane invece di lavorare la terra chiaramente può fare il cameriere o va a cercare di aprire un localino per risolvere i propri problemi. Io ho cominciato nell'82 a fare questo tipo di lavoro e ho incontrato l'assessore Rum, una figura quasi algida a livello politico. Poi ho trovato dei replicanti, tantissimi replicanti che a quei livelli non sono neanche mai avvicinati.

Unione e Sampdoria - Di là dalla politica, cosa sceglie Rollando tra Sestri Levante e Sampdoria? "La peggiore domanda possibi - scherza - perché questa è una cosa che da una parte riguarda le mie radici, io ho scritto l'inno dell'Unione e ogni domenica che gioca in casa io sento anche da casa mia la mia voce come un muezzin che risuona nella valle. Sestri è la mia vita. Dall'altra parte c'è la passione di una storia che mi ha visto tante volte in gradinata con tantissimi amici fraterni e quindi non saprei cosa rispondere!".