Regionali, Orlando: "Campo largo in crisi? In Liguria coalizione più ampia che in altre regioni"
di Stefano Rissetto
"Non si trattava di rivedere le formule nazionali, ma di tener conto di quel che accade in Liguria, purtroppo i miei sforzi non hanno avuto successo"
"Noi in Liguria abbiamo una coalizione più larga di quella che ha vinto in Sardegna, più larga di quella che ha combattuto in Basilicata, va da Calenda fino ad Avs passando per il M5S con una componente civica molto importante e pesante, quindi è una coalizione ampia che spero si possa ampliare nella società sull'asse del cambiamento". Così Andrea Orlando, candidato del campo largo alla presidenza della Regione Liguria, in un'intervista televisiva commenta la fuoriuscita di Italia Viva dal campo largo alle elezioni regionali. "Le cose in Liguria non vanno e vanno cambiate", sottolinea.
A proposito dei contatti nei giorni scorsi con Giuseppe Conte e Matteo Renzi, Orlando osserva: "Ho parlato con tutti facendo un ragionamento molto semplice e uguale a tutti: qui non si tratta di rivedere le formule nazionali, si tratta di tener conto di quello che sta succedendo in Liguria, purtroppo i miei sforzi non sono stati coronati dal successo".
GRONDA - Orlando ha parlato anche della controversa Gronda: "Tutte le opere che sono finanziate in Liguria vanno fatte, la Gronda - che se i cantieri iniziassero adesso verrebbe terminata nel 2035 - secondo l'amministratore delegato di Aspi, che credo volesse fare un favore a Bucci, costa 8-9 miliardi e attualmente è finanziata per 2. Quando si chiarirà l'elemento del finanziamento non ci saranno problemi a realizzarla tenendo conto delle obiezioni arrivate. Non ci sarà nessun problema nella sua realizzazione, - ribadisce Orlando in merito alla Gronda - se e quando si troveranno i soldi perché mancano soltanto 6 miliardi all'appello, ma sicuramente li troverà il governo Meloni prima delle elezioni".
AUTONOMIA DIFFERENZIATA - "Quando diventerò governatore mi schiererò con più determinazione contro l'autonomia differenziata perché la Liguria non ha nessun interesse, ha una spesa sociale e sanitaria destinata a crescere, quindi ci rimetterebbe. Sono convinto che la prospettiva della Liguria sia una reindustrializzazione sostenibile, - continua - quindi abbiamo bisogno di più posti di lavoro nell'industria avanzata, tecnologica e digitale, non è possibile realizzare un progetto del genere con venti politiche ambientali, venti politiche energetiche o venti politiche industriali, nessun Paese del mondo si sta organizzando così. È contro gli interessi dei liguri".
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