Processo Ponte Morandi, Autostrade per l'Italia e Spea chiedono il patteggiamento
di Redazione
Lo comunica la società. "Non si potrà mai dimenticare la tragedia del 14 agosto 2018 con il suo carico non commensurabile di dolore"
Autostrade per l'Italia e Spea, che si occupava delle mautenzioni per conto di Aspi, hanno chiesto alla procura di Genova di patteggiare nell'ambito dell'inchiesta sul crollo del ponte Morandi (14 agosto 2028, 43 vittime). Lo comunica la stessa società. Aspi e Spea sono iscritte nel registro degli indagati ai sensi del Decreto legislativo 231, e cioè per responsabilità amministrativa dell'ente. La procura ha dato parere favorevole.
"Resta in Autostrade per l'Italia - si legge in una nota della società Autostrade- la piena consapevolezza che non si potrà mai dimenticare la tragedia del 14 agosto 2018 con il suo carico non commensurabile di dolore e sofferenze che ha profondamente segnato anche la società e tutti i suoi dipendenti"
"Nell'udienza preliminare l'accusa si è dilungata per ben undici udienze concentrando il processo sulle ipotesi di responsabilità e sui profili di colpa individuale, senza però affrontare il tema centrale, ciò che occupa la mente di ciascuno di noi e cioè le cause effettive del crollo, cause che sono state oggetto di ben due perizie scaturite dall'incidente probatorio".
Lo dichiara Guido Carlo Alleva, legale dell'ex amministratore delegato di Autostrade e Atlantia Giovanni Castellucci, intervenuto oggi al tribunale di Genova nell'udienza preliminare del processo per il crollo di Ponte Morandi (14 agosto 2018, 43 vittime). Sono 59 le persone imputate, oltre alle due società Aspi e Spea. "Ho trovato singolare questo aspetto - prosegue Alleva - e ancor più singolare che la procura, per declinare ipotesi di responsabilità individuale del mio assistito ne abbia offerto una rappresentazione distorta, non realistica, non legata ai fatti per come effettivamente si sono svolti. Quindi il compito della difesa è stato e sarà contrapporre la realtà, l'interpretazione lucida, oggettiva dei fatti e al contempo sollevare i problemi di giustizia interna al processo che sono l'unica garanzia possibile di conservazione dello stato di diritto".
Secondo l'accusa tutti sapevano che il ponte era malato ma nessuno fece nulla per ridurre i costi, in modo da garantire maggiori dividendi ai soci. L'udienza proseguirà nel pomeriggio.
Nei prossimi giorni ci saranno le repliche dei pubblici ministeri e poi il giudice deciderà sul rinvio a giudizio
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