Piciocchi rompe il silenzio: "La mia unica ambizione è servire la comunità"

di Matteo Cantile

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Per settimane accostato alla candidatura a presidente di Regione, il Vicesindaco affida ai social la sua riflessione

Piciocchi rompe il silenzio: "La mia unica ambizione è servire la comunità"

Così anche voi, quando avrete fatto tutto ciò che vi è stato ordinato, dite: 'siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare': inizia con questo passo del Vangelo la riflessione che il vicesindaco di Genova Pietro Piciocchi, l'uomo che per molte settimane è stato associato (assieme a Ilaria Cavo, Edoardo Rixi, Carlo Bagnasco e altri profili civici) alla candidatura alla presidenza di Regione per il centrodestra, ha affidato alle sue pagine social.

 

“Questa mirabile parola del Vangelo, in ambienti come quelli della politica, non di rado pieni di boria, vacuità, arrivismo e ossessione per l'apparire e per il potere, mi ha restituito il senso e l'insegnamento che posso trarre dalle vicende di questa lunga estate dove il mio nome è stato ripetutamente accreditato per la presidenza della Regione Liguria”, scrive Piciocchi.

 

Il vicesindaco spiega il suo silenzio di queste settimane: “Volutamente sono sparito dai media e dai social perché la politica deve essere un servizio per gli altri, totalmente gratuito e disinteressato, e io non volevo che alcuno pensasse, neppure lontanamente, che volessi sgomitare o mettermi in mostra per ottenere l'investitura. Sono molto felice nella mia coscienza - anche se mi sarebbe costato lasciare il mio attuale impegno - di avere detto di sì a chi ha pensato che potessi essere persona adeguata all'alto incarico - e lo ringrazio sentitamente - ma sono ancora più contento di potere restare dove sono per dare tutto me stesso al mio Comune che amo immensamente e ai miei collaboratori con i quali condivido un bellissimo rapporto"

 

“Sabino Cassese ricorda spesso che i francesi dicono che le cariche pubbliche non si cercano e non si rifiutano – prosegue Piciocchi - Non si cercano perché spetta a persone più autorevoli e titolate di noi individuare coloro che sono idonei a ricoprirle. Non si rifiutano perché la coscienza e la costituzione ci impongono un dovere di solidarietà verso gli altri e perché, come spesso dico ai miei figli, 'chi nella vita ha ricevuto deve restituire'.

 

Ecco, tutta la vicenda di questa estate – conclude il Vicesindaco - che ho cercato di vivere con distacco (cosa evidentemente non semplice), e il suo finale colpo di scena con la candidatura di un uomo molto generoso, mi ha consolidato nella convinzione che chi ha il privilegio di ricoprire una carica pubblica non deve avere altra ambizione se non quella di mettersi al servizio degli altri con piena dedizione, sincero disinteresse e senza montarsi la testa o presumere troppo di se ('servi inutili' dice il Vangelo), anche perché in giro c'è sempre qualcuno migliore di te e noi dobbiamo essere molto grati per questo. E ho imparato che questo atteggiamento infonde un'immensa pace nell'animo”.