"Pesto e cannabis per me pari sono": la sortita a Bologna dell'ex "sardina" Santori (Pd) fa infuriare a Genova Lega e FDI

di Stefano Rissetto

3 min, 26 sec

Balleari, la Corso, Piana e la Russo attaccano il consigliere comunale del capolugo emiliano e chiedono che i dem liguri prendano le distanze

"Pesto e cannabis per me pari sono": la sortita a Bologna dell'ex "sardina" Santori (Pd) fa infuriare a Genova Lega e FDI

Già famoso come capo delle "sardine", il movimento pro-Bonaccini alle ultime regionali in Emilia-Romagna, l'attuale consigliere comunale di Bologna Mattia Santori si è presentato in aula con un vasetto di pesto alla genovese e uno di infiorescenze di canapa, per dimostrare che entrambi presentano potenziali rischi per la salute.

"Questo è un vasetto di pesto di una nota marca italiana e questo è un vasetto di infiorescenze di Cbd di una nota marca italiana – ha detto Santori arrivando in consiglio comunale con i due vasetti – Entrambe le aziende che producono questi vasetti possiedono la partita Iva, pagano le tasse e i dipendenti, rischiano capitale proprio”. Santori ha proseguito dicendo che “entrambi i prodotti contengono rischi per la salute. Sul pesto c’è scritto che può contenere tracce di frutta con guscio, che per le persone allergiche può essere mortale, come gli zuccheri per le persone diabetiche. Ho proposto ai colleghi di visitare una delle aziende che abbiamo sul territorio per capire con loro gli impatti economici di una norma che con gli operatori del settore non è stata discussa – ha concluso Santori – Non mi sembra una richiesta rivoluzionaria né provocatoria, so benissimo che sulla cannabis c’è un divario culturale da colmare, ma le dichiarazioni lette sui giornali in questa settimana hanno certificato che sul tema regna una confusione sovrana”.

La sortita dell'ex "sardina" è risultata indigesta oltre Cento Croci e Bocco, valichi della frontiera tra Emilia-Romagna e Liguria. Primi a insorgere sono stati i leghisti Alessio Piana, consigliere regionale e presidente III Commissione, e Francesca Corso, assessore comunale di Genova, in una nota congiunta: “Giù le mani dal tradizionale pesto alla genovese, prodotto artigianalmente dalle nostre aziende e cucinato ogni giorno nelle nostre case con il basilico ligure. E’ inaccettabile che il consigliere comunale del Pd di Bologna Mattia Santori, ex leader delle ‘Sardine’, lo paragoni alla cannabis ed è vergognoso sostenere che il pesto sia pericoloso per i consumatori come una droga. Il tradizionale pesto alla genovese è un prodotto alimentare genuino, di qualità conclamata a livello mondiale e non fa male alla salute. Anzi, è una prelibatezza e un’eccellenza agroalimentare. E’ molto grave quanto successo in consiglio comunale a Bologna, dove l’esponente del Pd ha portato un vasetto di pesto alla genovese e uno di infiorescenze di canapa per dimostrare che entrambi presentano potenziali rischi per la salute. Perché una persona con un ruolo istituzionale e delle responsabilità nei confronti della comunità non può azzardare affermazioni del genere. Sarebbe opportuno che il consigliere comunale del Pd chiedesse scusa a quelle piccole aziende, artigiani e lavoratori che operano in un territorio impervio e difficile, ma da cui grazie a dedizione e passione nascono eccellenze alimentari come il pesto alla genovese e il basilico ligure: simboli del nostro territorio e dell'Italia in tutto nel mondo. Il Pd genovese e ligure è d'accordo con quanto affermato dal loro esponente bolognese?”

Anche Stefano Balleari, capogruppo in Regione di Fratelli d'Italia, critica Santori e chiede che il Pd ligure prenda le distanze dall'ex "sardina": “Paragonare gli effetti del pesto a quelli della cannabis è quanto di più contorto ed autolesionista un rappresentante delle istituzioni italiane possa fare. Se poi, parliamo di Mattia Santori, che si è accomodato nel Consiglio comunale di Bologna tra le fila del Partito Democratico dopo la sceneggiata delle sardine, è lampante che ci troviamo davanti ad un PD sempre più allo sbando e in preda a deliri radical chic. Il PD Ligure prenda le distanze”.

“Mentre il Governo Meloni si batte per garantire la sicurezza nel salvaguardare le nostre eccellenze agroalimentari sui tavoli europei, il Partito Democratico non perde occasione per dimostrare la sua avversione a tante piccole imprese del territorio che ogni giorno lavorano duramente per valorizzare il pesto, eccellenza del nostro territorio”, conclude Balleari.

Dai FdI prende la parola anche il consigliere regionale Veronica Russo: “Ognuno ha la sua opinione sulle sostanze stupefacenti, ma paragonarle ad un prodotto agroalimentare, vanto in tutto il mondo, sostenendo che lo stesso sia pericoloso per la salute, non solo è scorretto, ma è molto grave e rischioso in quanto insinua nella società un pensiero completamente errato che rischia di comportare un danno d’immagine. Santori chieda scusa per questo termine di paragone infelice”.