Peste suina, via libera a passeggiate su strade asfaltate. Tutti i maiali domestici saranno abbattuti

di Marco Innocenti

3 min, 27 sec

Si tratta di circa 500 capi presenti negli allevamenti di Genova e Savona. Toti: "Entro qualche giorno stabiliremo i ristori per le aziende danneggiate"

Peste suina, via libera a passeggiate su strade asfaltate. Tutti i maiali domestici saranno abbattuti

Sono circa 500 ma, per i maiali allevati nelle zone di Genova e Savona, il destino è segnato: dovranno essere tutti abbattuti e le carni, sebbene non infettate dal virus della peste suina, non potendo uscire dall'area rossa saranno con ogni probabilità distrutte. E' una delle indicazioni contenute nell'ordinanza firmata da Regione Liguria, con la quale si cerca anche di delineare meglio i divieti stabiliti dall'ordinanza nazionale per contenere il focolaio manifestatosi nelle zone di confine fra Liguria e Piemonte, con ad oggi 15 cinghiali infetti ritrovati, tre dei quali nella nostra regione, due a Ronco Scrivia e uno a Isola del Cantone.

Lo hanno spiegato il presidente Giovanni Toti e il vicepresidente Alessandro Piana, nella conferenza stampa di aggiornamento dopo il tavolo tecnico svoltosi stamani in Regione. "Per quel che riguarda le attività ludico-sportive svolte all'aperto - spiega il vicepresidente di Regione Liguria Alessandro Piana - abbiamo permesso il loro svolgimento su strade asfaltate necessarie per raggiungere abitazioni o i luoghi di lavoro. E' consentito l'accesso alle aree verdi nei centri urbani, ai parchi e alle spiagge, i moli, le strade lungomare nonché le aree ricreative recintate. Su queste aree però permane il divieto di lasciar passeggiare liberi gli animali domestici come i cani. Ovviamente poi abbiamo consentito le operazioni di manutenzione ai soggetti gestori nei casi in cui ce ne fosse la necessità, anche all'interno dell'area vietata".

Tornano però al destino dei circa 500 maiali domestici presenti in Liguria, la maggioranza dei quali all'interno di allevamenti professionali ma alcuni anche allevati in aziende di tipo prettamente familiare, va detto prima di tutto che non finora non ci sono stati casi di contatto con capi selvatici e quindi di infezione. Ma il principio di prudenza ha spinto a decidere per l'abbattimento, a fronte ovviamente di un ristoro delle perdite subite che sarà quantificato nei prossimi giorni. "Parliamo di animali sani ma dobbiamo creare una zona di sicurezza all'interno della quale non ci possa essere passaggio del virus - spiega Roberto Moschi, responsabile dei servizi veterinari di Alisa - Per quel che riguarda le carni, la Liguria non ha una forte tradizione suinicola e di macellazione e trasformazione di carni suine. Anzi, in Liguria non esistono impianti autorizzati alla macellazione dei suini perché per fare ciò servono attrezzature particolari. Avevamo chiesto la possibilità di inviare i nostri maiali in Piemonte, dove invece sono presenti impianti di questo tipo ma ci è stata negata e quindi, alla fine, queste carni probabilmente andranno distrutte".

"Non dobbiamo però immaginarci gli allevamenti della Liguria come quelli che vediamo in Lombardia o in Emilia Romagna - aggiunte Moschi - con quei grandi capannoni in cui vengono allevati centinaia di maiali. Qui da noi gli allevamenti professionali sono tutti di tipo brado o semibrado, con gli animali che vivono a stretto contatto con il selvatico e il bosco. Per questo, è necessaria una misura del genere. Non ci sarà però un danno per questi allevatori perché il presidente Toti si è già attivato presso i ministri Speranza e Patuanelli e sicuramente ci saranno degli indennizzi". 

Sul tema degli indennizzi, è tornato anche il vicepresidente Piana: "Ho richiesto l'inserimento dell'ordine del giorno sulla peste suina africana nella commissione Politiche Agricole di domani - ha detto Piana - d'intesa con il coordinatore della Commissione Politiche Agricole Federico Caner per attivare a livello nazionale adeguati ristori. Una delle prime richieste che le Regioni interessate rivolgeranno al Governo riguarderà la sospensione delle cartelle esattoriali e il posticipo del versamento dei contributi previdenziali da parte delle imprese soggette alle restrizioni".

"Siamo in costante contatto con le associazioni di categoria per definire le linee prioritarie - aggiunge Piana - e, nel frattempo stiamo lavorando tramite gli Uffici sui possibili assi da accendere a livello regionale tramite il Programma di Sviluppo Rurale, ad esempio indennità per l'acquisto di foraggi e mangimi per chi si vedrà limitare l'accesso ai pascoli. Abbiamo bisogno di dare delle risposte concrete quanto prima ad un settore già messo a dura prova dal Covid-19, che si stava da pochi mesi risollevando".