Peste suina, a Rossiglione la protesta degli agricoltori: "Abbattiamo i cinghiali della zona rossa"

di Edoardo Cozza

Trenta trattori e decine di coltivatori da Liguria e Piemonte: "Il decreto in vigore è troppo blando e il commissario non ha abbastanza poteri"

"Non dobbiamo lasciar uscire i cinghiali infetti da quest'area. Rischiamo di propagare l'epidemia in una situazione che è già drammatica". Lo ha detto Dno Scanavino, presidente nazionale della Cia-Agricoltori italiani intervenendo intervenendo stamani al teatro comunale di Rossiglione in provincia di Genova, a margine della manifestazione degli allevatori che ha portato nella piazza del piccolo comune montano ligure, trenta trattori e decine e decine di agricoltori e allevatori liguri e piemontesi. "Stiamo vivendo una crisi economica e sociale che può diventare deflagrante - ha detto Scanavino - Il decreto, che abbiamo atteso a lungo, è blando e il Commissario non ha poteri sufficienti poter per agire. Chiariamo subito che cintare l'area infetta è complicato. Chi conosce queste montagne e queste colline sa che sarebbe impossible. Li dobbiamo abbattere, dentro e fuori l'area rossa. Noi vogliamo il dialogo - ha concluso Scanavino - non siamo per la protesta fine a se stessa. Ma è necessario dare un senso alle istituzioni che la misura è colma".

In teatro erano presenti parlamentari, sindaci, consiglieri regionali e comunali di Piemonte e Liguria. Il dibattito è stato aperto da Katia Piccardo, sindaco di Rossiglione: "Bisogna uscire dalle lungaggini burocratiche - ha detto salutando gli ospiti - che ci impediscono di arrivare a quello che dobbiamo fare. I nostri allevatori hanno agito con grandissima responsabilità e non devono essere abbandonati". A oggi, i casi di peste suina accertati sono 42: 22 in provincia di Alessandria e 20 nelle province di Genova e Savona.

Una crisi, quella della peste suina, che si innesta su un tessuto economico già messo a dura prova dai rincari di energia e materie prime "con aumenti in bolletta superiori al 100% rispetto a un anno fa - è stato detto durante il dibattito - aggravato in questi giorni dalla crisi ucraina, stanno mettendo in ginocchio l'agricoltura italiana". Per questo, Cia-Agricoltori italiani si è rivolta al Governo chiedendo "interventi tempestivi e strutturali a sostegno del settore".

"Per un'emergenza che ha carattere nazionale è necessario mettere in campo strumenti nazionali - ha commentato Gabriele Carenini, presidente della Cia Piemonte - Chiediamo da anni l'abbattimento dei cinghiali anche per non penalizzare tutte le attività economiche che girano attorno alla campagna e alla montagna come l'agriturismo o l'outdoor. Ricevo ogni giorno telefonate di persone che ci chiedono una mano perché non ce la fanno più. Noi non facciano cinema: gli abbattimenti sono la prima cosa che ci aspettiamo".