Nuova Giunta, 'manuale Cencelli' o 'metodo Bucci'? Il presidente al lavoro sulla squadra di governo
di Matteo Cantile
Gli assessori saranno sette: tra possibili riconferme, new entry e personalità esterne al consiglio regionale ecco alcuni dei nomi in ballo
Venti nomi per sette posti: se Marco Bucci è stato sincero è questa la partita che si sta giocando in Regione per la composizione della nuova Giunta. Una selezione che il nuovo presidente porterà avanti secondo il suo stile, cioè ascoltando le esigenze dei partiti ma alla fine scegliendo in autonomia, forse anche ignorando (per quanto gli sarà possibile) i rapporti di forza emersi nelle urne. Del resto l'ex Sindaco è stato chiaro: "Sono l'unico che può vincere? Allora si fa come dico io". Ma è chiaro che qualche compromesso, siamo pur sempre in politica, sarà inevitabile.
Com’era – L’ultima Giunta Toti era costruita quasi per intero con esponenti di partito: l’unico tecnico, ed è subentrato in corsa, era l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola, divenuto poi egli stesso politico candidandosi, senza fortuna, alle elezioni di domenica e lunedì. Gli altri sei erano due esponenti della ex Lista Toti (Giacomo Giampedrone e Marco Scajola), due della Lega (i due Piana, Alessandro e Alessio) e due di Fratelli d’Italia (Simona Ferro e Augusto Sartori). A questi sette nomi va aggiunto un ottavo incarico di prestigio, quello di presidente del Consiglio regionale, che era andato al leghista (oggi in Fratelli d’Italia) Gianmarco Medusei.
Chi potrebbe entrare – Dei sette assessori uscenti solo quattro sono riusciti a conquistare il lasciapassare per il nuovo Consiglio, sebbene tutti fossero candidati. Dal nuovo ‘governo’ regionale non potrà essere escluso Marco Scajola, il più votato nel centrodestra e oggi esponente di quella Forza Italia che, estromessa dai posti di potere nell’ultimo periodo totiano, oggi rivendica il suo spazio. Seguendo una logica di distribuzione del potere (quella che Bucci potrebbe ignorare), i rapporti di forza vedono le liste del Presidente al primo posto (consiglieri Bogliolo, Boitano, Bozzano, Campora, Frascatore, Sorriento), Fratelli d’Italia al secondo (Balleari, Ferro, Invernizzi, Lombardi e Medusei), Lega (Alessandro e Alessio Piana e Sara Foscolo) e Forza Italia (Bagnasco, Scajola e Vaccarezza). Si potrebbe dunque immaginare questa ripartizione: tre assessorati a esponenti vicini a Bucci, due a Fratelli d’Italia, uno rispettivamente a Lega e Forza Italia. Il presidente del Consiglio potrebbe essere assegnato a un esponente del partito di Giorgia Meloni. Questo però è puro 'manuale Cencelli'.
I papabili – Inevitabile che un certo diritto di prelazione, del tutto teorico, ce l’abbiano gli assessori uscenti che sono stati rieletti: sono Simona Ferro, i due Piana e Marco Scajola. Avranno tutti una poltrona di assessore? Probabilmente no. Il più sicuro è il già citato Scajola, Simona Ferro è forte di un ottimo risultato elettorale (ed è esponente del primo partito del centrodestra), della Lega potrebbe uscire un solo assessore (e nel caso il favorito è Alessandro Piana che, peraltro, ha vissuto gli ultimi mesi da presidente facente funzioni, dopo l’arresto di Giovanni Toti). Nelle liste del presidente il più qualificato è Matteo Campora, già super assessore a palazzo Tursi e che sembra certamente destinato a un assessorato di peso. Altro esponente che potrebbe piacere al nuovo presidente è Federico Bogliolo, già presidente del Municipio Levante.
Esterni – Fatti questi conti spannometrici e abbinando a essi qualche nome (Campora, Ferro, Piana, Scajola), potrebbero restare liberi tre posti per assessori esterni. Il primo nome in questa lista è quello di Giacomo Giampedrone, assessore alla protezione civile delle giunte Toti ed escluso dal Consiglio regionale a causa delle perversioni della legge elettorale: le sue competenze e i suoi oltre 3mila voti andranno premiati e un assessorato (la stessa Protezione civile più altre deleghe) sembra possibile. Restano ancora due posti: tra questi è probabile che sia ‘tecnico’ il nuovo assessore alla Sanità, il comparto più delicato tra le competenze di Regione. E, provando a interpretare il pensiero di Bucci, non sarà un medico ma piuttosto un manager: sembra che il nome sia già ben chiaro nella testa del nuovo Presidente. Sarà quello di Enrico Castanini, successore di Bucci a Liguria Digitale e a capo della struttura tecnologica che affrontò con successo le sfide del Covid? Presto per dirlo ma è un nome da tenere presente.
Presidente del consiglio – Se questa ricostruzione metodologica ha un senso (e lo vedremo nei prossimi giorni) è probabile che il presidente del Consiglio sarà un esponente di Fratelli d’Italia: potrebbe essere riconfermato Gianmarco Medusei (che ha svolto l’incarico negli ultimi 4 anni e ha portato voti freschi al partito) ma non è da escludere un ruolo importante anche per Stefano Balleari, altro storico esponente di Fratelli d’Italia che, dopo essere stato vicesindaco di Genova, in Regione non ha ancora avuto poltrone di primo piano.
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