Nada Cella: il 2 dicembre udienza tecnica per elementi di prova
di Redazione
Uno degli elementi nuovi è rappresentato dal verbale del fratello e della sorella della sospettata
Il 2 dicembre il processo per l'assassinio di Nada Cella farà segnare un primo passaggio di carattere tecnico, prima dell'inizio vero e proprio, fissato per il 6 febbraio davanti alla Corte d'Assise di Genova. Il 2 dicembre, i legali di Anna Lucia Cecere, l'ex insegnante sospettata di aver ucciso la giovane segretaria Nada Cella nel 1996 a Chiavari (Genova), insieme a quelli del commercialista Marco Soracco e della madre Marisa Bacchioni, si incontreranno con la PM, il procuratore generale e le difese delle parti civili per selezionare gli elementi di prova da inserire nel fascicolo del dibattimento.
Documenti - Mercoledì scorso, la Corte d'Appello, nel decreto che ha disposto il rinvio a giudizio per i tre imputati, ha indicato una serie di documenti da esaminare. Questi comprendono i verbali di ispezione dei luoghi, di perquisizione e sequestro, gli accertamenti autoptici, i verbali delle sommarie informazioni testimoniali e le intercettazioni telefoniche e ambientali. Uno degli elementi nuovi è rappresentato dal verbale del fratello e della sorella della sospettata, nei quali raccontano che, dopo l'avvio delle indagini, la Cecere disse loro di parlare al telefono solo di argomenti banali e mai del caso in cui lei era coinvolta.
Intervista - Inoltre, l'avvocata Sabrina Franzone, che assiste la madre di Nada Cella, Silvana Smaniotto, ha rinvenuto un'intervista della prima legale di Cecere, l'avvocata Margherita Pantano. Il 31 maggio 1996, in coincidenza con la notizia dell'archiviazione del caso, Pantano dichiarava: "La mia cliente ha avuto la sventura di passare da quelle parti il lunedì in cui Nada Cella è stata massacrata e di abitare in una via vicina. Qualcuno l'ha vista ed è andato a riferirlo agli investigatori". Di fatto, afferma l'avvocata Franzone, "è lo stesso legale che conferma la presenza della Cecere in prossimità del luogo dell'omicidio proprio la mattina in cui è avvenuto e, al contempo, esclude l'esistenza di qualsiasi alibi".
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