Maria Tini: "Vi spiego perché non potrei subentrare in Comune". Poi una richiesta a Orlando: "No ai pro vita nei consultori"
di Matteo Cantile
Dopo le polemiche l'esponente del Movimento 5 Stelle mostra a Telenord la sua busta paga
“L'ipotesi che Federico Giacobbe possa occupare il posto da consigliere comunale che spetta al Movimento 5 Stelle mi fa venire la pelle d'oca”: Maria Tini, finita suo malgrado al centro di una polemica politica interna ai pentastellati, non ci gira intorno, il rischio di perdere la propria rappresentanza in Sala Rossa andrebbe evitato.
La storia è nota e Telenord l'ha raccontata nel dettaglio. Il posto da consigliere comunale del Movimento ha già una vita singolarmente travagliata: assegnato a Luca Pirondini è passato a Fabio Ceraudo quando il primo è stato eletto al Senato della Repubblica. Ora il testimone potrebbe passare di nuovo di mano in mano: Ceraudo ha infatti espresso l'intenzione di candidarsi in Regione e qualora dovesse essere eletto gli subentrerebbe la seconda dei non eletti, cioè proprio Maria Tini. Ma quest'ultima non è nella condizione di accettare la nomina e così la graduatoria sfilerebbe di un'ulteriore posizione fino al nome di Federico Giacobbe, candidato grillino nel 2022 ma ora, dopo un periodo in Azione, parte della lista civica del Sindaco Bucci, candidato alle regionali.
Ma perché Maria Tini non accetterebbe il subentro in consiglio comunale? “La ragione è nota ai vertici del Movimento da due anni esatti – spiega lei a Telenord – da quando cioè ho vinto il bando per un posto da ginecologa nel consultorio di Struppa. Sono stata assunta con un contratto da dirigente medico convenzionato, una forma contrattuale che non concede nessun tipo di permesso orario, nemmeno in caso di nomina politica. Per partecipare al consiglio comunale e alle commissioni, in sostanza, dovrei sempre chidere ferie e la mia amministrazione di certo non me le accorderebbe”.
Per la dottoressa Tini resterebbe la possibilità di chiedere un'aspettativa non retribuita ma qui ci tocca farle i conti in tasca: il suo attuale stipendio ammonta a 2.857 Euro netti al mese, quello da consigliere comunale è decisamente più basso. Al punto che accettare significherebbe peggiorare sensibilmente il proprio tenore di vita e, legittimamente, Maria Tini non è disponibile a farlo. Già in passato, quando si ventilavano le possibili dimissioni di Ariel Dello Strologo, la Tini aveva spiegato di non poter essere presa in considerazione per l'eventuale subentro e la situazione non è cambiata oggi.
“La candidatura di Ceraudo ci ha spiazzati – prosegue Maria Tini – sebbene sia legittimo che lui voglia correre. Io stessa ho presentato la mia disponibilità a essere messa in lista (nel caso in cui fosse eletta in Regione le condizioni economiche per l'aspettativa ci sarebbero eccome, ndr) e quando è montata la polemica ho anche annunciato al coordinatore Traversi la intenzione di rinunciare qualora potesse servire a rasserenare gli animi”. A quanto pare Traversi, però, avrebbe risposto di andare avanti.
Maria Tini ha 64 anni, è nata a Perugia ma dal 1990 si è trasferita a Genova (senza perdere il suo accento, di cui va molto orgogliosa): qui si è sposata (in seguito separata) e ha avuto due figli, Carlo e Alessandra, di 32 e 29 anni. “Non sono riuscita a coinvolgerli in politica – scherza lei – ma devo dire di non avere mai insistito molto, hanno preso la loro strada in completa libertà”.
Se sarà candidata alle regionali o meno dovrà deciderlo il Movimento, sarà curioso vedere se in campagna elettorale la sfida con Ceraudo sarà più serrata che con gli altri. In quanto al programma al momento ha una sola richiesta, legata a doppio filo con la sua professione: “No ai pro vita nei consultori – dice – ne parlerò ad Andrea Orlando, è una posizione condivisa da tutto il Movimento 5 Stelle”.
Probabilmente la componente cattolica del campo largo non la prenderà benissimo, ma questo, a ben vedere, è un problema di Orlando e di nessun altro.
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