Malattia misteriosa in Congo, Bassetti a Telenord: "Evitare allarmismo, seguire indicazioni autorità, giusto controllare gli arrivi"
di Carlotta Nicoletti - Matteo Cantile
"Per quanto riguarda l’influenza stagionale, invece, invito tutti a non sottovalutarla e a vaccinarsi"
Ospite di Tgn Today, il professor Matteo Bassetti ha fatto il punto per Telenord, con Carlotta Nicoletti e il direttore Matteo Cantile, sulla malattia misteriosa che si sta sviluppando in Congo e ha già causato oltre 70 morti, molti dei quali bambini.
Informazioni - "Al momento, le informazioni sono ancora incomplete. Quello che sappiamo viene dalle autorità congolesi e dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Si tratta di una malattia di origine sconosciuta, e non sappiamo ancora se sia virale, batterica o parassitaria. I sintomi sono simili a quelli di un'infezione comune: febbre, tosse, malessere generale e, soprattutto, grave anemia. Quest'ultima potrebbe essere legata a una possibile forma emorragica".
Similitudine con Ebola - "Le malattie che colpiscono la regione, come Ebola, la febbre di Marburg o il virus del Congo, mostrano sintomi simili a quelli descritti per il focolaio in corso. Questo ha colpito diverse centinaia di persone in una zona a circa 700 chilometri dalla capitale Kinshasa, e sembra riguardare soprattutto i più giovani, con un’alta incidenza di decessi tra i bambini sotto i cinque anni. Un fattore che rende la situazione più grave è la condizione socio-economica del paese, dove la malnutrizione e la scarsità di risorse sanitarie aumentano i rischi per i bambini. Una delle similitudini con Ebola potrebbe essere la grave anemia, che è una delle caratteristiche principali di questo focolaio. I report parlano di bambini e adolescenti che sono morti per mancanza di trasfusioni di sangue, a causa delle carenze del sistema sanitario locale. Tuttavia, è ancora troppo presto per fare ipotesi certe, visto che non abbiamo dati concreti sulla causa dell’infezione.".
Situazione sul campo - "Le autorità sanitarie internazionali, insieme all’OMS, sono sul posto e hanno istituito un cordone sanitario. L'OMS sta collaborando con i centri di riferimento in Congo, come quello di Kinshasa, per cercare di identificare se siamo di fronte a un virus nuovo o se si tratta di una versione diversa di un microrganismo già conosciuto. Al momento, è fondamentale non creare allarmismi, ma mantenere un atteggiamento prudente e monitorare la situazione".
Modalità di trasmissione - "Sembra che la trasmissione avvenga principalmente da persona a persona, probabilmente per via respiratoria, ma è ancora troppo presto per esserne certi. In ogni caso, dato l'alto numero di casi in così poco tempo, è probabile che la malattia si trasmetta attraverso il contatto diretto o per via aerea. Al momento, stiamo ancora cercando di ottenere maggiori informazioni per capire meglio come avviene la trasmissione".
Controlli sugli arrivi dal Congo - "E' una misura appropriata, anche se non ci sono voli diretti tra Italia e Congo. Tuttavia, come abbiamo visto in passato, è possibile che i viaggiatori arrivino in Italia da altri Paesi africani tramite voli indiretti. È quindi giusto che chi proviene da queste zone venga sottoposto a controlli e, se necessario, a quarantena".
Rischi per l'Europa - "È comprensibile che ci sia preoccupazione, ma dobbiamo prima capire con precisione di che tipo di malattia stiamo parlando. L'Africa, e in particolare il Congo, è spesso il punto di origine di malattie infettive molto gravi. Tuttavia, è importante ricordare che malattie come l'Ebola non hanno mai oltrepassato i confini africani, e speriamo che anche questa malattia rimanga circoscritta".
Che cosa fare in Italia - "Non c'è motivo di creare allarmismo. Come abbiamo visto, le malattie che emergono in Africa raramente si diffondono oltre il continente. È importante seguire le indicazioni delle autorità sanitarie internazionali e rimanere informati. Per quanto riguarda l’influenza stagionale, invece, invito tutti a non sottovalutarla e a vaccinarsi, soprattutto chi rientra nelle categorie a rischio. La vaccinazione è un gesto importante di prevenzione per proteggere se stessi e gli altri".
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