Il Processo Morandi torna in aula, poi la pausa per completare la perizia decisiva

di M.C.

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Oggi e mercoledì dichiarazioni spontanee di due imputati ma la vera attesa è per la perizia che potrebbe svelare di chi siano le vere responsabilità del crollo

Il Processo Morandi torna in aula, poi la pausa per completare la perizia decisiva

Il processo per il crollo del Ponte Morandi, che ha causato la morte di 43 persone nel 2018 torna in aula: per questo lunedì 2 dicembre e mercoledì 4, due degli imputati, Maurizio Ceneri e Paolo Strazzullo, sono stati chiamati a rendere dichiarazioni spontanee. Ceneri, responsabile dell'ufficio collaudi e controlli di Spea, e Strazzullo, ex capo dell’ufficio tecnico di Autostrade per l'Italia, risponderanno alle domande dei giudici riguardo la manutenzione e la sicurezza del viadotto Morandi.

Accuse - Ceneri è accusato di aver alterato i report relativi alla manutenzione del ponte, riducendo la quantità di lavori necessari. Durante il processo, aveva già affermato che, nel 2009, furono individuati ammaloramenti superficiali durante i controlli sugli stralli e le pile del ponte. Nonostante ciò, ha dichiarato di aver continuato a eseguire controlli nel tempo, con suggerimenti per aumentare la frequenza delle verifiche.

Indagine - Strazzullo è stato coinvolto nell'inchiesta dopo l'incidente: la sua posizione si lega al controllo e alla gestione degli impianti nel primo tronco autostradale, dove si trovava il Morandi.

Nuova pausa - Dopo le dichiarazioni dei due imputati, il processo si fermerà fino al 3 febbraio. In quella data, i giudici ascolteranno i risultati della perizia tecnica richiesta per determinare le cause del crollo. In particolare, sarà esaminato se la corrosione della pila 9, la causa principale del distacco, fosse dovuta a una cattiva manutenzione o a un difetto di costruzione.