I giovani medici in piazza: "Vogliamo aiutare ma non possiamo accedere alla specializzazione"

di Redazione

La protesta a De Ferrari: "Quest'anno saremo 25 mila per 12 mila posti"

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Manifestazione dei giovani medici in piazza De Ferrari a Genova “in mobilitazione permanente: uniti per il sistema sanitario nazionale”. Sono i medici neo abilitati, i cosiddetti “camici grigi”, liberi professionisti precari, medici in formazione specialistica, corsisti di Medicina generale e studenti di Medicina e Chirurgia, uniti da un senso di incertezza e dalla coscienza di un futuro privo di garanzie. L'obiettivo principale è quello di trovare una soluzione al cosiddetto 'imbuto formativo' che lascia i giovani medici in una sorta di limbo: con una laurea ottenuta con molti sforzi e senza la possibilità di specializzarsi per esercitare la professione. 

"Siamo qui per denunciare la situazione dei 'camici grigi medici neoabilitati non ancora entrati nel sistema della formazione specialistica -  afferma Marta una giovane laureata - Quest'anno ci troveremo ad affrontare il concorso per di specilità che ci permetterà di accedere al completamento della nostra professione. Saremo in circa 25 mila per circa 12 mila posti. I medici in Italia ci sono, abbiamo voglia di dare un sostegno al nostro territorio e alla nostra sanità, ma chiediamo la possibilità di accedere. Tutto il sistema sanitario ha bisogno che noi arriviamo al termine del nostro percorso. Un medico arrivata alla laurea non ha una competenza specialistica e non è sufficiente preparato per affrontare tematiche più complesse."

Come avete vissuto l'emergenza covid? "Molti di noi hanno iniziato a lavorare. Noi abbiamo delle limitazioni derivate dal non avere la specialità. Siamo tanti in Italia, abbiamo richiamato tanti medici dall'estero. Quest'anno saremo 25 mila medici, non sono pochi. A Genova nello scorso anno accademico ci siamo laureati in 300. Per esercitare la professione abbiamo atteso 9 mesi, dal prossimo anno per fortuna i nuovi laureati avranno la laurea abilitante. Chiediamo una riforma perchè la rete ospedaliera ci possa accogliere per dare respiro a tutti gli ospedali del territorio. La pandemia ha reso evidente la carenza e la necessità che ci sono, e anche la nostra volontà di esserci, di dare un contributo."