Gianluca Chiaramonte lascia il PD dopo 10 anni: "Scelta dolorosa ma necessaria"
di Matteo Cantile
L’ormai ex esponente dem non vuole polemizzare ma critica la gestione interna del partito a livello locale e la sua mancanza di rinnovamento
Gianluca Chiaramonte, esponente del Partito Democratico e figura attiva del circolo di San Fruttuoso, ha ufficializzato ieri sera le sue dimissioni attraverso una lettera indirizzata alle segreterie locali e nazionali del PD, coinvolgendo Simone D’Angelo ed Elly Schlein. Una decisione che segna la fine di un percorso politico iniziato nel 2015 e che riflette un profondo malcontento verso la direzione intrapresa dal partito genovese.
Dimissioni – Chiaramonte si era già dimesso un mese fa dalla carica di segretario di circolo, inviando in copia la comunicazione anche alla segretaria nazionale Elly Schlein. “Dopo 10 anni di militanza, è stata una scelta dolorosa ma fatta a cuor leggero. I miei valori restano gli stessi, ma il PD genovese non li ha messi in pratica,” ha spiegato, lamentando un clima interno ostile verso chiunque esprima opinioni divergenti rispetto a quelle ufficiali.
Critiche – Le accuse mosse da Chiaramonte sono dirette e incisive. “Chi dissente è visto come uno che vuole lasciare tutto. Io non sono un dissidente, ma vengo considerato tale. Non credo sia lungimirante riproporre lo stesso schema che ha già perso le elezioni.” Ha inoltre definito “vecchi” i rituali del partito e si è detto contrario all’idea di un comitato elettorale permanente come soluzione per il futuro.
Prospettive – Nel suo futuro politico, Chiaramonte immagina un movimento civico di sinistra. “Ho già avviato confronti con ingegneri e lavoratori portuali per portare avanti proposte senza l’assillo di essere eletti per forza. Non voglio legarmi troppo ad altre figure come Elena Putti che ha fatto il suo percorso e lo rispetto, ma sto cercando di definire la mia dimensione,” ha aggiunto. Sul fronte delle amministrative, ha sottolineato l’importanza di comprendere la proposta ufficiale del centrosinistra: “Se si erigono a dettare le regole, arrogandosi questo diritto in quanto partito forte della coalizione, sarà poi difficile trovare una sintesi al ballottaggio.”
Lettera – La lettera di dimissioni inviata da Chiaramonte esprime, pur con toni pacati, una profonda delusione verso la gestione interna del PD genovese. “I sistemi chiusi prima o poi crollano. L’inerzia inizialmente è etica, ma si completa con la perdita di senso e dell’utilità della funzione politica e amministrativa,” ha scritto, aggiungendo che “l’isolamento di alcuni dirigenti” è aggravato dall’uso strumentale di temi nobili come l’accesso dei giovani alla politica e la parità di genere.
Monito – Chiaramonte ha rivolto un invito alla classe dirigente del PD a ripartire dal rispetto per la dialettica interna e dall’ascolto dei militanti. “Se proprio si vuole ripartire, lo si faccia dal rispetto per i luoghi di discussione ed elaborazione politica,” ha concluso, augurando “buon lavoro” al suo ex partito.
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