Genova, oratorio di vico sotto le Murette: la storia della statua di San Giacomo "imprigionata" da 40 anni
di Anna Li Vigni
L'enorme scultura in legno, realizzata da Pasquale Navone, non esce in processione per difficoltà dovute al peso e allo spazio ridotto davanti al portone dell'edificio religioso, dove la domenica si celebra la Santa Messa in latino
Per chi è già entrato in questo oratorio, non sarà una sorpresa: un’imponente cassa processionale di “San Giacomo che sconfigge i Mori”, si erge in mezzo all’unica navata dell’antico edificio religioso di vico sotto le Murette, nel Sestiere del Molo di Genova.
La meravigliosa scultura, interamente realizzata in legno, l’avranno notata anche i numerosi fedeli che partecipano ogni domenica alla Santa Messa rigorosamente celebrata in latino.
Ma lo stupore più grande è quello di apprendere, durante un incontro con il priore, che il maestoso capolavoro settecentesco di Pasquale Navone, non esce più in processione da ben 40 anni!!!
“Colpa del peso e del fatto che, per far uscire la cassa processionale, sarebbe necessario eseguire una manovra piuttosto complicata, entrando cioè con le stanghe, lunghe oltre 5 metri, dentro il ristorante che si trova a pochi metri davanti al portone d'ingresso”, spiega il priore Alfredo Preste a Telenord.
Stiamo parlando dell’oratorio di San Antonio Abate alla Marina e San Giacomo alle Fucine. Percorrendo la sopraelevata si possono notare gli enormi archi sui quali si erge l’edificio religioso edificato nel 1600 e sotto i quali una volta arriva il mare e quindi le imbarcazioni.
Attualmente è sede dell’omonima Confraternita. Il suo priore è Alfredo Preste e la domenica mattina, alle 9.45 si celebra da alcuni anni la Santa Messa in latino con tanto di canti gregoriani.
“San Giacomo che sconfigge i Mori”, un tempo conservata nello scomparso oratorio di San Giacomo delle Fucine nella zona dell’attuale via Roma, non perde la speranza, in attesa che un giorno possa ritornare ad essere elemento e figura fondamentale delle processioni.
Attualmente, ad esempio in occasione della solennità di San Giovanni Battista il 24 giugno, i confratelli e le consorelle sfilano vestiti con le "cappe" di colore blu cielo e con la mantellina rossa (detta tabarrino). E spesso in processione viene portato Il "Bianco della Marina", opera straordinaria di Anton Maria Maragliano, che era stato priore della Confraternita di San Antonio Abate alla Marina e aveva voluto donare all’oratorio, uno dei suoi più maestosi crocifissi.
Lo si deve immaginare mentre si muove e sfila durante la processione: "La sua sofferenza è stemperata nella leggerezza del corpo e nell’espressione del volto che trasmette sicurezza e consapevolezza di ciò che ha fatto e della salvezza che offre agli uomini", spiega il priore dell'oratorio Alfredo Preste.
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