Genova, nuovi sigilli ai Bagni Liggia: "Vogliono portarmi via la casa"

di Edoardo Cozza

Le parole del titolare Claudio Galli: "Una vicenda che va avanti dal 2018: dopo spiaggia, bar e ristorante c'è il rischio di un sequestro della casa"

Nei giorni scorsi ai Bagni Liggia di Genova sono stati apposti nuovi sigilli: dopo il sequestro della spiaggia che era stata data in concessione - poi scaduta secondo quanto dettato dalla tanto discussa direttiva Bolkenstein - il titolare Claudio Galli ha visto gli uomini della capitaneria di porto sequestrare anche i locali destinati a bar e ristorante: "E tra pochi giorni torneranno anche per mettere i sigilli alla casa in cui abito da quasi trent'anni - spiega a Telenord - perché tutta la struttura fa parte dello stabilimento". 

La questione nasce dal 2018, quando a seguito di una concessione formalmente decaduta, fu sequestrata la porzione di spiaggia: da lì un susseguirsi di ricorsi, denunce e controricorsi culminato con la pronuncia del Consiglio di Stato che rimette in discussione tutte le concessioni balneari a livello nazionale. Il problema per Galli, al di là delle questioni sul demanio, che a questo punto vengono affrontate a livello nazionale, è relativa agli annessi dello stabilimento balneare: bar e ristorante 'lavoravano' poco ("Ho perso 100mila euro in tre anni"), ma soprattutto ora c'è il forte rischio che anche l'appartamento in cui vive "e che ho curato, ammodernato e risistemato" venga posto sotto sequestro: "Volevano già mandarmi via pochi giorni fa, ma mio figlio è malato e l'Asl ha disposto una proroga di una settimana, ma ora so già che torneranno e io cosa farò? Sono disposto anche a buttarmi in mezzo alla strada, tanto non ha senso più nulla"