Genova, in mostra al MEI i campioni dello sport italiano che hanno fatto la storia all'estero

di Redazione

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Da Juan Manuel Fangio a Lorenzo Massa, il sacerdote salesiano campione di calcio e fondatore del Club Atlético San Lorenzo de Almagro a Buenos Aires

Genova, in mostra al MEI i campioni dello sport italiano che hanno fatto la storia all'estero

Da Juan Manuel Fangio, immortale eroe della Formula 1 di origini abruzzesi, a Lorenzo Massa, sacerdote salesiano campione di calcio e fondatore del Club Atlético San Lorenzo de Almagro a Buenos Aires; dal Club Atlético River Plate, nato in Argentina nel 1901 dalla fusione del Rosales e del Santa Rosa e composto da giovani genovesi, fino agli “Azzurri” dell’australiano Brisbane City Football Club. Sono solo alcuni dei nomi di campioni e squadre di calcio italiane all’estero, costituite da emigrati che hanno gareggiato per i colori delle nazioni straniere dove si erano stabiliti dopo viaggi avventurosi, lasciando alle spalle le coste italiane.

Le storie di questi campioni si possono da oggi esplorare al MEI di Genova, MUSEO NAZIONALE DELL’EMIGRAZIONE ITALIANA, nato per ridare un volto alle storie di milioni di Italiani divenuti protagonisti oltreconfine, ulteriormente aggiornato da una sezione trasversale dedicata allo sport, grazie alla reinterpretazione tecnologica di ETT S.p.A. - Gruppo SCAI, attraverso immagini, video e grandi proiezioni emozionali.

Giovanni Verreschi, amministratore delegato di ETT, ha dichiarato che “la sezione Sport del MEI, attraverso la realizzazione di soluzioni tecnologicamente avanzate, per ETT è stata l’occasione non solo di individuare configurazioni multimediali in linea con contenuti del tutto originali ma, altresì, quella di cimentarsi con tematiche sportive e storiche allo stesso tempo. Infatti, lo sport all’interno del MEI viene coniugato con il contesto socio-economico dell’epoca, quale fattore incidente nelle storie raccontate, per dare un volto agli emigrati che all’estero resero grande l’Italia nelle diverse discipline, dal calcio, al canottaggio, al basket. Un approccio editoriale basato su una meticolosa ricerca storica che le tecnologie di ETT hanno consentito di rendere fruibile al pubblico, con un ampio spettro di tematiche”. 

Antropologia, storia, sociologia sono state, infatti, mixate per restituire il volto del fenomeno dell’emigrazione, rappresentato in chiave multimediale, grazie al riallestimento collocato all’interno della Commenda di San Giovanni di Pré, un ospitale di epoca medievale (fondato nel 1180) in cui i pellegrini e i crociati si soffermavano prima di prendere il mare: luogo di viaggio e di passaggio, di grande valore simbolico. 

Qui la storia dello sport italiano all’estero si lega, parallelamente ad altri importanti temi, inserendo le esperienze e le vite dei singoli atleti e delle associazioni sportive all’interno del contesto sociale ed economico che li hanno accompagnati. 


L’appartenenza a classi sociali diverse caratterizzate da abitudini differenti, le difficoltà affrontate per emergere e avere successo in una terra straniera, le connessioni mai interrotte con il Paese d’origine, l’incidenza della politica italiana sulle comunità all’estero sono elementi che rientrano nelle storie che, concretamente, riescono a fotografare diverse modalità della presenza italiana nei paesi di approdo. Tutto ciò nell’intrecciarsi degli avvenimenti storici, degli eventi di interesse internazionale e della cultura dei paesi d’adozione.

Nuovi contenuti multimediali dedicati allo sport arricchiscono da ora molte aree espositive, a partire dal primo piano del Museo dove, nel planisfero della sezione “Destinazione Mondo” sagomato sui grandi tavoli di legno, sono state inserite, oltre quelle già raccontate, altre 12 storie legate al mondo dello sport. 

Gli approfondimenti e le curiosità sulle 10 squadre e sui due atleti nella sezione “Destinazione Mondo” al primo piano proseguono al secondo, nella sezione dedicata all’integrazione degli italiani nei paesi di destinazione, con nuovi contenuti: un video raccoglie 10 immagini iconiche, emblematiche del ruolo dello sport come centro di gravità e strumento di comunità. 
Il racconto sportivo, successivamente, prosegue nella postazione touch del piano terra, unitamente alla grande proiezione che mixa riprese video e immagini fotografiche.

Ci si imbatte, infatti, in club di varie discipline come il Clube Esperia di canottaggio, nato in Brasile nei primi anni del ‘900 dai colori blu e bianco, costola della Società Canottieri Esperia-Torino, il Club Atlético Boca Juniors, che ha  i suoi inizi  nel quartiere della Boca a Buenos Aires il 3 aprile 1905, fondato da emigranti italiani, oppure il Clube Atletico Juventus del Cotonificio Rodolfo Crespi, creato da alcuni dipendenti dell’omonima azienda tessile costituita da Rodolfo Crespi, un imprenditore originario di Busto Arsizio ed emigrato in Brasile nel 1893. 
Si incontra, inoltre, Nino Borsari, campione di ciclismo meglio conosciuto come "Campione delle Alpi Vittoriane", che ogni inverno veniva invitato a correre in Australia, dove in pochi anni riuscì a vincere 113 gare su 133. Si racconta la storia della Società Sportiva Palestra Italia, costituita nel 1914 a San Paolo del Brasile, che durante la seconda guerra mondiale dovette cambiare nome e divenne la Societade Esportiva Palmeiras.  Nello stesso tempo ci si può immergere nella storia del cosiddetto Peñarol, Central Uruguay Railway Cricket Club, la squadra di Montevideo vincitrice nel 1900 del primo campionato in Uruguay, così chiamata in onore dell'omonimo quartiere montevideano, il cui toponimo trae origine dalla cittadina italiana di Pinerolo. Il Peñarol fa parte del gruppo di squadre che hanno vinto, ad oggi, più di cinquanta campionati nazionali.

In visione anche i materiali selezionati in collaborazione con il Museo del Deporte della Provincia de Santa Fe, in cui si celebrano i campioni olimpici argentini di origine italiana. Infine, si incontra la Società Sportiva Italiana, squadra di basket fondata a Valparaiso, in Cile, nel 1917.