Genova, festa della musica al MEI con lo spettacolo “Verso le Americhe”: canzoni e racconti dell’emigrazione italiana

di Carlotta Nicoletti

Tra Argentina e Stati Uniti nello spettacolo di e con Elena Buttiero e Ferdinando Molteni

Si è svolta ieri venerdì 21 giugno, a partire dalle ore 19.00, al MEI – Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana, la Festa della Musica, celebrata ogni anno nel solstizio d’estate in più di 120 nazioni in tutto il mondo. Dopo una visita libera al museo, alle ore 20.30 è stato offerto ai presenti un piccolo brindisi in compagnia della Dott.ssa Anna Maria Saiano e dello scrittore Mario Bozzi Sentieri, in rappresentanza del CdA del MEI. Alle ore 21.00, al primo piano del museo, si è poi tenuto il recital di e con Elena Buttiero (pianoforte) e Ferdinando Molteni (voce, chitarra e narrazione) che, attraverso musica e parole, hanno raccontato le storie degli emigrati italiani nelle Americhe nei secoli scorsi.

Tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento, dall'Italia partirono centinaia di migliaia di persone dirette nelle Americhe. Attraverso brani e canzoni popolari italiane come Ma se ghe penso – di cui quest’anno ricorrono 70 anni dalla scomparsa dell'autore Mario Cappello - Cancion de la bandera e altri capolavori della canzone d'autore, questa affascinante vicenda viene raccontata a partire dall'epopea del generale Manuel Belgrano e dai primi sfortunati emigranti del vapore Sirio, fino alle fortune più o meno recenti di tanti italiani d'Argentina. Nel corso dello spettacolo verranno ricordati alcuni italiani straordinari, come lo scultore De Francisci – autore del famoso dollaro d'argento degli anni Venti – oppure il poeta Emanuel Carnevali, celebrato in America ma quasi sconosciuto in Italia. E ancora memorabili canzoni che raccontano l'emigrazione e il viaggio, da Mamma mia dammi cento lire a Merica Merica a Lanterna de Zena.


Alternando parti narrative e parti musicate, il recital ha raccontato quindi, con musica e parole, quella storia fatta di speranza e creatività che trasformerà l'Argentina e gli Stati Uniti nei paesi “più italiani” del mondo.