Genova: droga dall'Ecuador, smantellata organizzazione ramificata in tutta Italia, 29 arresti
di steris
Sequestrati oltre 2 tonnellate di cocaina, 45 chili di hashish, 20 chili di marijuana: un carico che avrebbe fruttato circa 70 milioni di euro
Una maxi-operazione antidroga, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Firenze, ha smantellato un'organizzazione criminale che importava stupefacenti in Italia da Ecuador e Colombia. La Guardia di Finanza di Pisa ha eseguito un'ordinanza del Gip di Firenze che ha portato all'arresto di 23 persone in Italia, distribuite tra Toscana, Calabria, Lazio, Puglia, Campania, Lombardia, Veneto e Liguria, e di 7 all'estero (Albania, Francia, Spagna e Romania). Altre sei persone sono state poste agli arresti domiciliari e una sottoposta all'obbligo di firma. In totale sono state emesse 30 misure cautelari personali. Gli arrestati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, su richiesta del pm antimafia Luca Tescaroli (ora procuratore capo a Prato).
Internazionale - La droga arrivava dal Sudamerica al porto di Livorno. Gli arrestati hanno cittadinanza italiana, albanese, rumena e ucraina e sono già coinvolti in precedenti attività di criminalità organizzata, sia italiana che albanese. Per l’esecuzione dell'ordinanza sono stati impiegati 200 finanzieri. L'indagine è stata condotta dalla Dda in collaborazione con la Struttura speciale contro la corruzione e la criminalità organizzata albanese (Spak) e la Fiscalia General de Estado ecuadoriana (Fge), che hanno formato una squadra investigativa comune.
Rete tra le mafie - Gli investigatori hanno scoperto che per gestire il traffico internazionale di stupefacenti, gli organizzatori avevano creato una rete che univa esponenti di 'ndrangheta, camorra e di una gang criminale albanese, con ramificazioni in Belgio, Albania, Francia, Germania, Ecuador e Colombia. Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Pisa e dallo Scico, dirette dal pm Luca Tescaroli, hanno rivelato che un'organizzazione autonoma dislocata in Ecuador acquistava la droga in Colombia. I carichi venivano poi inviati nei porti italiani (Livorno, Genova e Savona) e in quelli esteri (Barcellona, Anversa, Rotterdam e San Pietroburgo).
Il metodo - La droga veniva nascosta tra le casse di banane e altre frutta esotica, o in intercapedini create appositamente. Una volta giunti nei porti di arrivo, i container venivano stoccati e, grazie a squadre apposite, lo stupefacente veniva prelevato furtivamente e portato fuori dalle aree portuali. Durante l'operazione sono stati sequestrati oltre 2 tonnellate di cocaina, 45 chili di hashish, 20 chili di marijuana – un carico che avrebbe fruttato circa 70 milioni di euro alla consorteria criminale. Inoltre, tre ulteriori arresti sono stati effettuati in flagranza di reato.
Collaborazione - I risultati operativi sono stati raggiunti anche grazie al supporto di Eurojust, Europol, della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e dell'Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza di Tirana, che hanno offerto un supporto investigativo costante alla polizia giudiziaria italiana. La Direzione Nazionale Antimafia ha coordinato le attività con gli uffici antimafia delle altre procure italiane. Analoghe operazioni sono in corso in Albania e negli altri paesi coinvolti.
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