Genova: D'Angelo (Pd) sotto protezione polizia per minacce e insulti al telefono

di Redazione

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L'ipotesi di "fuoco amico" sembra quella più probabile e la manovra è scattata dopo il 7 maggio e la presa di distanze del segretario dal passato

Genova: D'Angelo (Pd) sotto protezione polizia per minacce e insulti al telefono

Simone D'Angelo, segretario provinciale genovese del Pd, è stato messo sotto vigilanza dalla Digos dopo aver denunciato una serie di diffamazioni e intimidazioni subite, in particolar modo sotto forma di video realizzati ad arte per metterlo in cattiva luce negli ambienti dello stesso centrosinistra genovese. I video sarebbero stati diffusi tramite una sim telefonica britannica.

A tutela del dirigente politico dem la Digos ha fatto scattare il "servizio di vigilanza dinamica", informando il prefetto Cinzia Torraco. Non è una scorta, ma l'indirizzo di casa di D'Angelo è stato inserito nell'elenco degli "obiettivi sensibili". Lo stesso segretario dem deve comunicare preventivamente alla questura gli spostamenti rilevanti laddove siano estemporanei, o fornire un dettaglio di quelli abituali.

La vicenda, riportata dal Secolo XIX, è partita dopo gli arresti del 7 maggio e sembra trarre le radici nelle tensioni interne alla sinistra genovese. Già nelle ore degli arresti, in alcune chat e negli ambienti della politica ligure cominciano a circolare sospetti e insinuazioni su alcuni esponenti del Pd genovese considerati vicini all'imprenditore Mauro Vianello, ex presidente di Ente Bacini e della società Santa Barbara, l'azienda che si occupa della prevenzione degli incendi in porto. Secondo la Procura, Vianello avrebbe corrotto con vari donativi l'ex presidente del porto Paolo Emilio Signorini il quale avrebbe aumentato a tavolino la tariffa oraria che sarebbe stata corrisposta a Santa Barbara .

Tutto questo non riguarda assolutamente D'Angelo, che tra l'altro il 15 maggio, negli studi di Telenord, aveva ribadito: "Bisogna essere chiari: da quando sono segretario io, cioè dal 2021, non risulta nessuna sottoscrizione di Aldo Spinelli al Partito Democratico. Abbiamo fatto bene a disegnare un confine chiaro e netto tra politica e imprenditori. Con la stessa tranquillità posso affermare che Spinelli nel 2010 ha finanziato il PD, ma quella storia è finita. Era un finanziamento tracciato da 25mila euro e relativo alla campagna elettorale vinta poi dal candidato del centrosinistra Claudio Burlando. Bisogna però ricordare che ci sono due modi per essere finanziati dai privati, dopo l'abolizione del finanziamento pubblico. Quello di ricevere delle donazioni sulla base di un programma oppure quello di scrivere un programma sulla base di chi ti finanzia. Bisogna saper distinguere, soprattutto in questa fase".

D'Angelo, va ribadito nella maniera più netta, non c'entra minimamente con l'inchiesta. Di là dalle dichiarazioni di facciata dei compagni di partito e di coalizione, cominciano comunque a circolare nei "sotterranei" del partito pesanti insinuazioni sulla natura del legame di Vianello proprio con il segretario provinciale dem, anche capogruppo a Tursi, e con il compagno di partito Alessandro Terrile, ,ex capogruppo in Comune poi nominato amministratore delegato di Ente Bacini e dal 2018 dipendente di Santa Barbara.

La mossa non sarebbe riconducibile a dirigenti di partito né ad eletti, ma a pochi e ristretti ambienti che gravitano intorno al Pd o comunque all'area di centrosinistra. Insomma, a colpire D'Angelo sarebbe stato "fuoco amico".

Ma non è tutto, Nelle settimane seguenti, nonostante non ci sia alcun elemento penalmente rilevante riconducibile al segretario dem, sui telefoni di vari rappresentanti del Pd arrivano - da un numero intestato a una sim inglese - due video molto aggressivi contro D'Angelo, il quale si decide a sporgere querela alla Postale, scelta che fa scattare la procedura che spinge la Digos a mettere sotto vigilanza il politico. Anche perché D'Angelo sarebbe stato pure oggetto di accertamenti camerali per appurare il suo stato patrimoniale.