Genova: alla scoperta dell'emigrazione italiana attraverso il rugby, al MEI nel week end col biglietto di Italia-Georgia

di steris

Masini, presidente MEI: "Il rugby è sempre stato uno strumento di integrazione e oggi lo dimostra anche questa iniziativa"

In occasione del test match di rugby tra la nazionale italiana e la Georgia, in programma al Ferraris domenica 17 novembre, prende vita un'iniziativa che unisce sport e memoria storica: il racconto dell’emigrazione italiana attraverso le storie di giocatori di origine italiana. Sotto lo slogan del Museo Nazionale dell'Emigrazione Italiana, "Le mie radici sono qui", capitan Tommaso Allan Capuozzo e altri membri della squadra condividono sui social la loro esperienza personale, legata alle proprie origini e alle famiglie che hanno lasciato l'Italia per cercare fortuna all'estero.

Integrazione - "Il rugby è sempre stato uno strumento di integrazione, e oggi lo dimostra anche questa iniziativa, che raccoglie l'eredità di un'emigrazione che ha caratterizzato la storia d'Italia", ha dichiarato Paolo Masini, promotore dell'iniziativa e Presidente della Fondazione Mei. "L'accordo con la Federazione Italiana Rugby (FIR), che ringraziamo per la collaborazione, si inserisce nel percorso di valorizzazione delle storie di migranti, e dimostra come lo sport possa essere un potente veicolo di integrazione per i popoli".

Occasione - Come parte dell'accordo, tutti coloro che possiedono un biglietto per il match di rugby potranno visitare il Museo Nazionale dell'Emigrazione Italiana nelle giornate di sabato e domenica con una tariffa ridotta. Un'occasione speciale per scoprire la storia di milioni di italiani che hanno lasciato la propria terra in cerca di un futuro migliore, e per riflettere sul ruolo fondamentale che lo sport ha avuto nel mantenere vive le radici culturali e nell'integrare le diverse comunità nel tessuto sociale italiano.