Genova, alla biblioteca Berio l'anima di Gutenberg rivive nell'Archivio Museo della Stampa

di Lorenzo Aluigi

In mostra, infatti, migliaia di caratteri in piombo, bronzo e legno; torchi di varie epoche, documenti storici e curiosità; macchine da stampa in legno e in ferro, a mano e a pedale

C’era una volta Gutenberg e la sua galassia che, con l’invenzione dei caratteri mobili, fa diventare la stampa un medium straordinariamente potente. Oggi, dopo oltre cinque secoli, la macchina digitale scompiglia le strutture della comunicazione, in una nuova rivoluzione che ridefinisce il rapporto tra oralità e scrittura e che ricostruisce la gerarchia tra i media stessi. Mentre l’uomo tipografico ha ceduto il posto a quello digitale, in tutto il mondo ancora si analizza il rilievo storico e la portata dell’invenzione di Gutenberg e Genova, come Magonza, Parigi, Basilea e Anversa, dedica alla “Fabbrica del libro” “L’Archivio Museo della Stampa”, in cui il vecchio mondo di Gutenberg viene messo in relazione con i simulacri linguistici dell’era del computer.


In mostra, infatti, migliaia di caratteri in piombo, bronzo e legno; torchi di varie epoche, documenti storici e curiosità; macchine da stampa in legno e in ferro, a mano e a pedale. Rari e preziosi reperti perfettamente funzionanti vengono esposti in un percorso a distanza ravvicinata e confidenziale, in un'”officina sperimentale di cultura e di formazione”, un museo “vivo” che si pone in collegamento stretto con la didattica del neo-libro (antilibro) e con le problematiche tecniche, storiche, culturali della comunicazione digitale attraverso oggetti-racconto, ma anche metodologia pressoria tipica della tipografia pre-elettrica che diventa modello per una vera e propria utopia di riproducibilità dell’universo.


«L’Archivio Museo della Stampa - dichiara il sindaco Marco Bucci- apre alla città ed è pronto a diventare un luogo di grande interesse turistico e di formazione soprattutto per i giovani. Un interessante percorso che permette di scoprire la storia della stampa e la sua evoluzione nel corso degli anni. In occasione di Genova Capitale del Libro è un orgoglio poter inaugurare un nuovo spazio culturale di questo tipo, a due passi dalla biblioteca più grande della nostra città. Un ringraziamento a Francesco Pirella e alla Berio che hanno permesso di rendere pubblico un importante patrimonio storico che merita di essere scoperto».


«Se tra il 1450 e 1455, la tipografia segnò il passaggio tra il Medioevo e il Moderno - racconta Francesco Pirella -, Gutenberg e i prototipografi furono i primi plagiari del nostro tempo. Fu Aldo Manuzio a inventare, mezzo secolo dopo, il libro che conosciamo: aggiornò le matrici, ridusse il formato, lo fece diventare progetto. Nell’attuale epoca elettronica, postindustriale, il libro di carta perde l’esclusiva dei saperi, travolto dal mercato dell’immagine, stretto nella gabbia formale di un’idea passata. L’impiego delle tecnologie basate sulla luce permetterà al libro statico di competere con il libro elettronico e ciò sarà possibile secondo un auspicato principio di economia ecologica, naturalmente ignorata dal marketing e dai nuovi profeti dell’ecologia. Produrre quando serve».