Genova, Alessandro Bergonzoni in "Arrivano i Dunque" al Politeama Genovese

di Anna Li Vigni

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Il titolo del suo nuovo spettacolo è già un invito a prepararsi all'inaspettato, in pieno stile bergonzoniano

Genova, Alessandro Bergonzoni in  "Arrivano i Dunque" al Politeama Genovese

Dopo le tre anteprime a Brescia, il debutto nazionale all’Elfo di Milano e una tournée che continua a registrare consensi in tutta Italia, Alessandro Bergonzoni torna con il suo nuovo, attesissimo spettacolo: “Arrivano i Dunque (avannotti, sole blu e la storia della giovane Saracinesca)”.  


Un titolo che è già un invito a prepararsi all’inaspettato, in pieno stile bergonzoniano. In questa nuova creazione, torna la sua cifra poetica e linguistica fatta di giochi di parole, neologismi, riflessioni surreali e intuizioni folgoranti. Tra questi, spicca il concetto di “crealtà”, un termine coniato da Bergonzoni per definire quella spinta artistica e morale verso la costruzione di una nuova realtà, più accogliente, più umana, più vera. Una realtà che non ci basta più e che, secondo l’autore, dobbiamo reinventare ogni giorno.


Un’asta dei pensieri”, la definisce lui stesso. E ancora: “Parto dallo sproposito, varco il fraintendere, fino all’unità dismisura…La scenografia èscatologica, il sole blu, la giovane saracinesca su (ermetica perché io mistero)”. Un flusso di immagini, suoni e suggestioni che mettono in discussione ogni forma di certezza, in una lingua che è insieme comica e filosofica, mistica e concreta, disarmante e profonda.  In scena, Bergonzoni porta con sé una “tealtro”, come lo definisce lui, dove “nulla accade senza tutti” e dove l’arte non è evasione ma evoluzione, e ogni spettatore è chiamato a diventare parte attiva di una visione collettiva, perchè, come conclude l’artista: “Il tempo stringe. Non è sempre abbraccio, ma corda o lenzuolo. E non per niente tutto chiede.”

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