Genova: a Maria Agnese Moro il Premio "Primo Levi" 2023

di Stefano Rissetto

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Terzogenita dello statista ucciso dalle Brigate Rosse, si batte da tempo per una giustizia che concili le ragioni di vittime e familiari con l'esigenza di recupero

Genova: a Maria Agnese Moro il Premio "Primo Levi" 2023

Il circolo culturale "Primo Levi", fondato da Piero Dello Strologo, assegna per il 2023 il premio intitolato al grande scrittore torinese a Maria Agnese Moro. Il riconoscimento, istituito nel 1992, intende onorare coloro che, con il proprio impegno morale, spirituale e civile, hanno contribuito alla pace e alla giustizia per un mondo libero da pregiudizi, razzismo e intolleranza, nel solco dell’insegnamento portato avanti da Primo Levi nel corso della sua vita e nelle sue opere.


Il "Primo Levi" 2023 verrà consegnato alla Moro domenica 10 dicembre alle 17,30 nel corso di una cerimonia nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale. Interverranno Claudia Mazzucato (professore associato di Diritto penale all’Università Cattolica, dove coordina le ricerche su "Giustizia riparativa" e "Giustizia e letteratura" del Centro Studi "Federico Stella" sulla Giustizia penale e la Politica criminale. Mediatrice insieme a Guido Bertagna e Adolfo Ceretti nel Gruppo dell’Incontro fra vittime e responsabili della lotta armata) e Davide Assael (Presidente dell’Associazione Lech Lechà e conduttore di “Uomini e Profeti” per RadioTre).
 

Terzogenita dello statista sequestrato e ucciso dalle Brigate Rosse nel 1978, si batte da tempo per una giustizia che concili le ragioni di vittime e familiari con l'esigenza di recupero. "Da molti anni Maria Agnese Moro - sottolinea un comunicato - è infatti impegnata a testimoniare pubblicamente soprattutto nelle scuole, ma anche incontrando cittadini e giungendo fino ai massimi livelli istituzionali del nostro Paese, la necessità di un riconoscimento delle vittime di reato e di una giustizia che vada oltre il pagamento del debito con la società inflitto al reo dallo Stato, allo scopo di promuovere una ricomposizione delle relazioni fra responsabili e vittime che possa liberare, gli uni e gli altri, dal dolore causato dagli atti compiuti e dalle conseguenze che ne sono derivate. Questo impegno costituisce un importante contributo culturale al dibatto sulla giustizia che ha portato all’introduzione delle nuove norme di Giustizia Riparativa nell’ordinamento italiano operata dal guardasigilli Marta Cartabia nel 2022".