Forza Italia, Toti: "Mi candiderò alla guida del partito"

di Pietro Roth

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"La Lega sbaglia a rimuovere gli striscioni sul caso Regeni"

Forza Italia, Toti: "Mi candiderò alla guida del partito"
"Io mi presenterò di sicuro, l'ho detto. Mi sembra il minimo dell'educazione dopo aver fatto tanta confusione. Tirarsi indietro sarebbe francamente improprio". Così Giovanni Toti, Presidente della Regione Liguria e coordinatore nazionale di Forza Italia, ad Agorà Rai Tre, alla domanda se si candiderà a leader di Forza Italia. "La Lega - aggiunge Toti - è un alleato leale con cui governiamo due terzi di questo Paese, con cui governiamo da molti anni, con cui abbiamo molte affinità". "E' evidente che il presidente Berlusconi avrà sempre una parola importante all'interno, ma nel momento in cui ci sarà una collettività di persone scelte in modo democratico che si esprimerà, la linea politica del partito si farà negli organismi assembleari e il coordinatore sarà tenuto a portarla avanti", ha aggiunto Toti. Toti parla di "organi rappresentativi scelti dal basso non solo dagli iscritti e dai militanti di Forza Italia, ma anche da tanti simpatizzanti e aderenti a liste civiche" con un'agenda politica del partito non più dettata dall'alto ma da "un'assemblea rappresentativa molto vasta e composta da tante anime, che poi avrà un suo coordinatore". CASO MITTAL "Se noi cambiamo le regole del gioco mentre il gioco è già cominciato difficilmente qualche investitore straniero tornerà a investire nel Paese". Giovanni Toti ad Agorà su Rai3 stigmatizza la volontà del vicepremier e ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio di abolire l'immunità penale ed amministrativa relativa al piano ambientale dell'Ilva di Taranto. "Abbiamo venduto un'automobile dicendo che era senza assicurazione ma che aveva il permesso di arrivare fino alla compagnia di assicurazione per essere assicurata, una volta venduta diciamo 'non può fare neanche un metro', non possiamo creare un caos normativo - evidenzia Toti - Il piano ambientale di Taranto è una cosa seria, dentro gli investimenti di Mittal c'è. Non so se è sufficiente, lo hanno deciso i tecnici del Ministero, Arpa Puglia e altri, se cambiamo strada ogni tre ore come fanno i 5 stelle si rischia che il Paese abbia seri danni". GLI STRISCIONI PER REGENI "Lo striscione per Giulio Regeni io l'avrei lasciato, non vedo per quale ragione rimuovere una cosa che è nelle coscienze di tutti, per cui abbiamo bisogno di sapere la verità". Così Toti critica la decisione del presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e del sindaco di Sassuolo Gian Francesco Menani (Lega) di rimuovere gli striscioni gialli per Giulio Regeni dai palazzi istituzionali. "Siamo un grande Paese, dobbiamo rispettare l'Egitto, abbiamo accordi economici importanti, ma non significa non pretendere la verità da un Paese che tra l'altro dovrebbe essere per molti aspetti nostro alleato", afferma Toti.