Elezioni 25 settembre, parla il governatore Giovanni Toti: "Noi moderati porteremo a Roma il modello Liguria"
di Redazione
E sulle candidature: "L'annuncio dei nomi entro 72 ore ma non ci saranno paracadutati da fuori: solo amministratori del territorio"
"Noi siamo quei moderati che vogliono cambiare l’Italia e per cambiare l’Italia dobbiamo portare il modello Liguria a Roma". Così il presidente di Regione Liguria nonché leader di Italia al Centro Giovanni Toti, in un'intervista esclusiva negli studi di Telenord. “Credo che la moderazione si stata la grande assente degli ultimi 5 anni della politica italiana - ha proseguito Toti - Promesse irrealizzabili, poi i due anni del covid in cui ognuno si è improvvisato virologo per dirci se i vaccini facevano bene o no, cure alternative che la scienza non prendeva in considerazione. C’era chi pensava di ‘aprire il parlamento come una scatoletta di tonno’ che poi, lo dico oggi in una giornata importante per la nostra città, hanno promesso la nazionalizzazione delle autostrade, cosa poi non avvenuta. Moderazione significa aver chiare le cose da fare, volerle fare e portarle avanti per quello che ti è consentito fare”.
“Moderazione - ha specificato ancora Toti - significa riportare cultura di governo, vuol dire che quando si va in campagna elettorale si dice ai cittadini quello che davvero si pensa di poter fare dopo per loro. Io definendo il nostro nuovo movimento politico ho preso a prestito uno slogan di Francois Mitterrand che definiva una ‘forza tranquilla’, che vuol dire non andare dietro a chi urla nelle piazze”.
Giovanni Toti ha poi spiegato il rapporto di collaborazione che lega Regione e Comune a Genova, col sindaco Marco Bucci: “Stiamo costruendo una rivoluzione urbanistica per questa città - ha detto Toti - Stiamo lavorando a delle opere portuali che in altri tempi sarebbero rimaste dieci anni sui tavoli della sinistra. Penso alla Diga Fornanea che tra poco partirà nonostante le gufate di qualcuno, penso ai risarcimenti di Autostrade. Non abbiamo mai avuto idee velleitarie ma siamo sempre stati realistici e pragmatici. C’è chi pensa che la moderazione non vada di pari passo con il cambiare le cose ma io penso l’opposto: credo che il populismo sotto le sue varie forme sia in realtà la vera conservazione. In un mondo complesso come il nostro, le risposte facili nascondono sempre delle menzogne. Di tutto questo la politica deve tornare ad appropriarsi. Non sempre lo vedo”.
Ma in una campagna elettorale così particolare come quella che stiamo vivendo, i tempi sono stretti ormai anche per annunciare le candidature. “Dobbiamo ancora discutere con i nostri compagni di squadra ma i nomi li faremo di qua a 72 ore - ha annunciato il governatore - Non ci saranno paracadutati da fuori nella nostra regione perché già questa brutta legge elettorale non consente ai cittadini di scegliere chi eleggere ma demanda tutto alle fumose stanze dei partiti. Mi sembrerebbe un insulto per i liguri. I nomi che porteremo saranno amministratori e onorevoli del territorio che dovranno dimettersi in caso di elezione. Non vedo però necessità di dimissioni prima del voto. D’altra parte la campagna elettorale sarà talmente breve che nessuno sarà distratto dalle sue incombenze”.
E sulla sua eventuale candidatura, lo stesso Toti ribadisce ancora una volta la sua posizione: “Io resto al mio posto, per una questione di serietà. Ho sentito Renzi e Calenda dire che la cifra politica del presunto terzo schieramento è la serietà, poi mi sono riletto le cronache delle 26 ore prima e la serietà è stata sottoscrivere 3 diversi accordi e poi disattenderli tutti e tre. E' vero che cambiare idea è sintomo d’intelligenza ma allora qui c’è qualche genio perché cambiano idea così in fretta che poi non so dove andrà a finire. Alla fine la coalizione di centrodestra, che non è esente da difetti e ha sbagliato molto, è quella che può garantire agli italiani in modo non ideologico una ripartenza delle infrastrutture e di quell’ascensore sociale che la sinistra ha sempre sacrificato sull’altare dell’equalitarismo”.
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