Covid-19, ricoverato milite della Croce Azzurra Fegino, sui social l'amarezza dei volontari

di Michele Varì

"Rischiamo il contaggio come medici ed infermieri, operiamo siamo senza protezioni adeguate e ci snobbano tutti"

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Un milite della Croce Azzurra Fegino è ricoverato da ieri all'ospedale San Martino perchè sospettato di essere affetto dalla coronavirus: si tratta di un quarantenne da sempre molto attivo nel mondo del volontariato e fautore di alcune iniziative per ricordare la tragedia di ponte Morandi. L'uomo aveva da giorni uno stato febrile che non passava così si è recato in ospedale dove le radiografie avrebbero confermato il sospetto caso di Covd-19. Il milite è in condizioni stabili ma per precauzione è stato sottoposto ad una terapia a base di ossigeno.

E' stato lui stesso nelle scorse ore a tranquillizzare gli amici e i compagni del mondo delle pubbliche assistenze inviando un video in cui saluta e rassicura sulle sue condizioni di salute.

La notizia del suo ricovero ha fatto lievitare la rivolta e l'amarezza di tutti i militi delle pubbliche assistenza di Genova, migliaia di volontari e dipendenti che già da settimane lamentano di essere snobbati da cittadini e soprattutto dalle istituzioni.

"Giusto e sacrosanto ringraziare i medici e gli infermieri che sono in prima linea contro il Covid-19, ma subito dopo di loro ci siamo noi, non è giusto dimenticare del nostro ruolo, perchè i pazienti non arrivano in ospedale "volando" ma ce li portiamo con le nostre ambulanze"

La loro rivolta educata corre da giorni sui social e si tocca con mano anche sul fronte: al pronto soccorso dell'ospedale San Martino, centro ligure per l'emergenza coronavirus, un campo di battaglia di questa guerra, dove ci sono militi al lavoro fra i reparti, arruolati ormai in pianta stabile dal policlinico al posto dei barellieri, e militi che invece al Ps ci arrivano a bordo delle ambulanze che trasportano e scaricano i pazienti, in queste settimane perlopiù sospettati di essere positivi al Covid-19.

Il loro è un ruolo decisivo per la macchina della guerra al virus, alcune realtà hanno svolto corsi di aggiornamento, imparando come ci veste e ci sveste dopo un servizio a rischio.

Ma la maggior parte lavora grazie ai classici corsi svolti chissà quando e  senza protezioni adeguate. Le mascherine? E' già un lusso avere quelle chirurgiche, e chi le ha le usa è costretto ad usarle per tanto, troppo tempo, altro che usa e getta.