Commercianti consegnano le chiavi dei negozi a Toti: "Molti di noi non riapriranno nemmeno"

di Marco Innocenti

Gli esercenti: "Ci hanno tolto anche la nostra dignità"

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Una protesta simbolica ma anche molto concreta, quella di centinaia di commercianti genovesi, di ogni quartiere e di ogni categoria: hanno atteso l'arrivo del presidente della Regione Giovanni Toti per consegnargli le chiavi dei loro negozi. Centinaia di chiavi raccolte in una scatola di cartone. Ognuna di esse apre una saracinesca, anche se per molte di esse sarebbe meglio dire "apriva" perché, in realtà, tante di quelle saracinesche potrebbero non riaprirsi più, schiacciate dalle settimane di lockdown e di fatturato a zero.

Quella organizzata dall'Associazione Commercio 3.0 doveva essere solo la manifestazione di un piccolissimo gruppo (due o tre persone al massimo) ma in breve e spontaneamente si è trasformata in una protesta (quasi) collettiva. Pur mantenendo le distanze di sicurezza e con mascherine e guanti, sulla piazza davanti al palazzo della Regione si sono presto radunati una ventina di commercianti aderenti all'associazione, con cartelli, magliette e striscioni: "sCONTEnti", "Partite Iva, lo stato ci ha tolto la dignità" sono solo alcuni degli slogan scelti dai manifestanti ma è andando a parlare con loro che se ne scopre il dolore e l'angoscia: "Non sappiamo più come andare avanti - racconta con le lacrime agli occhi e la voce rotta dal pianto una commerciante di via San Vincenzo - Ci hanno tolto la nostra dignità, anche solo andare a fare la spesa è diventato un problema".

Alla fine, dopo diversi minuti d'attesa e d'incertezza, il tanto richiesto incontro col presidente Toti può aver luogo. "Gli abbiamo presentato le nostre grandi problematiche - spiega al termine del colloquio Sara Garbarino, presidente dell'associazione Commercio 3.0 - ed abbiamo raccolto la sua volontà a presentare le nostre richieste al governo ma, per il futuro, non ci sono certezze. La riapertura fissata per lunedì 18 maggio? Purtroppo, per qualcuno di noi, sarà già troppo tardi. Ci hanno promesso che faranno più in fretta possibile".