Cinghiali a Genova, Piana: "Azione legale contro i manifesti anti-cacciatori"

di Redazione

3 min, 10 sec

Gli animalisti: "La caccia non è una soluzione, raccolta firme per abolirla". Il consigliere regionale: "Sarebbe incomprensibile"

Il problema dei cinghiali in città continua a tenere banco a Genova, dopo gli ultimi episodi che hanno portato ad alcuni incidenti, anche molto gravi, ad alcuni cittadini. L'ultimo ha portato anche alla morte di un cacciatore di 74 anni, caricato da un cinghiale. Abbiamo parlato del tema con Alessio Piana, consigliere della Regione Liguria favorevole alla caccia, e Fabio D'Olia, referente degli animalisti genovesi.

Sulle soluzioni da adottare per risolvere il problema, Piana si è espresso così ai microfoni di Telenord: "Sulla problematica della presenza dei cinghiali in città è necessario intervenire in termini di prevenzione. Bisogna scoraggiare le persone a continuare ad alimentare questi animali, facendo capire a tutti che farli diventare amici dell'uomo rischia di essere pericoloso. La prima cosa da fare è una campagna d'educazione anche nei confronti di chi ha una propensione agli animali, pensando che alimentandoli faccia del bene agli animali e invece in qualche modo li condanna a essere allontanati dagli ambiti urbani e diventare ancora più pericolosi".

"Bisogna fare in modo che questi animali non riescano a scendere in ambito urbano - prosegue Piana. Il mantenimento del verde in condizioni ottimali che impedisca lo stazionamento di questi animali nelle aree cittadine e un controllo preciso dei rifiuti in città e come extrema ratio la cattura o l'abbattimento di questi animali. Questo non ha nulla a che vedere con la caccia, che è un modo per contenere le specie e che nulla ha a che vedere con operazioni di controllo dei quali vi ho parlato. Nei contesti agricoli c'è anche un prelievo selettivo che viene autorizzato e che prevede l'abbattimento da stazione fissa nell'ambito delle attività agricole. La soluzione è fare un intervento mirato a livello di prevenzione e in caso di necessità un intervento radicale".

Replica D'Olia, che sostiene che la caccia crei addirittura l'effetto contrario e che contribuisca all'arrivo dei cinghiali in città: "La presenza dei cinghiali in città non è compatibile con i cittadini, questo è chiaro. Condividiamo l'appello a non dare da mangiare agli animali, ma non è solo colpa di qualche pensionato se i cinghiali sono attirati a scendere in città. Il ciclo dei rifiuti sarebbe da rivedere attentamente, magari con una raccolta porta a porta, i cassonetti andrebbero rivisti per non essere ribaltati con facilità dai cinghiali. La pulizia è spesso carente e in questo periodo dell'anno, la caccia è un altro motivo che porta i cinghiali a trovare riparo in città. Dal punto di vista del contenimento della specie, la caccia non è una soluzione".

"Moltissimi studi hanno dimostrato che il cinghiale - prosegue D'Olia - adotta una strategia tale per cui a una riduzione della densità risponde con un aumento della prolificità. La caccia è una delle cause che ha portato a un aumento importante del numero di animali. Una delle possibili soluzioni è proprio la creazione di alcune zone nelle quali non si può cacciare, per permettere agli animali di rimanere nei boschi e non arrivare in città. E' già stata indetta una raccolta firme per chiedere un referendum per abolire la caccia".

Chiude il dibattito Piana, che si proclama assolutamente contrario all'abolizione della caccia e minaccia azioni legali contro chi ha affisso negli ultimi giorni alcuni cartelloni pubblicitari contro i cacciatori: "Per me l'abolizione della caccia è un qualcosa di incomprensibile, che oggi risponde a logiche gestionali e di tutela dell'ambiente che sono un beneficio per tutti. Molto spesso se non ci fossero i cacciatori ad occuparsi dell'ambiente, ci sarebbe ancora più degrado e abbandono. Andremo per vie legali per chi ha compiuto questo atto vile nei confronti dei cacciatori. Cartelloni pubblicitari che vanno contro la legge, che dice che nessuna affissione debba essere discriminatoria. Un qualcosa di vergognoso".