Anna Lucia Cecere, il racconto di una vita discreta
di Emilie Lara Mougenot
A Boves sulle tracce di Anna Lucia Cecere, la donna indagata nel 1996 per l'omicidio di Nada Cella. Le indagini si sono riaperte nel 2021 e nel frattempo Anna Lucia ha cambiato vita.
Chiavari e Boves hanno un punto in comune: il silenzio.
Ma nonostante i 190 chilometri di distanza, i giornali di un comune e dell'altro, parlano della stessa cosa: il processo imminente ad Anna Lucia Cecere, principale sospettata dell’omicidio di Nada Cella.
Nel 1996, quando a Chiavari fu spezzata la giovane vita di Nada, nessuno aveva visto nulla, sentito nulla, o quasi. Sono passati 28 anni e Cecere si è rifatta una vita in provincia di Cuneo. Il suo volto (quello di allora, più giovane e sorridente) appare su tutta la stampa locale con l'accusa di essere l'omicida di Nada.
Siamo andati nella piazza principale di quello che da l'impressione di essere un villaggio vacanze: tutti sembrano appena arrivati. Quando si chiede di Anna Lucia Cecere la risposta è: «Ah, ma io non sono di Boves» oppure «No, mai sentito». O Anna Lucia è davvero una donna discreta, insomma, o è davvero molto brava a nascondersi.
Il bar, a un chilometro da casa sua, ricorda di lei, che veniva a comprare le sigarette, ma l’ultima volta risale a dieci anni fa. La panettiera rammenta, "un volto severo e una voce confusa": così descrive Anna Lucia che comprava il pane qui alcuni anni fa. Da allora, più nulla.
Continuiamo questo giro per Boves, giornale in mano per mostrare la foto, chiedendo se qualcuno abbia mai visto questa donna o almeno la sua ombra. «Ah sì! È quella dello scooter, vero? L’ho letto sui giornali. Beh, in effetti non esce mai, non so come faccia a fare la spesa», ci confida una cliente del negozietto della piazza.
Il nostro viaggio sulle orme di Anna Lucia continua e ci porta davanti alla sua casa. Una graziosa villetta su due piani in mezzo ai campi. Il quadro idilliaco di una vita tranquilla. La casa è vuota. Nessuna macchina parcheggiata, ma nel giardino accanto c’è un po’ di vita: un signore lavora nel suo orto. È il vicino, ma anche cugino del marito di Anna Lucia. Membri della stessa famiglia separati da pochi metri, ma soprattutto separati dai cattivi rapporti con la donna. Ci avviciniamo e ci scusiamo di distubare quell'uomo mentre lavora lui ci risponde con gli occhi dispiaciuti:
"So che ha chiamato i carabinieri in questi giorni per allontanare i giornalisti. Però non lo so come sia in casa sua perché non ho mai avuto buoni rapporti con lei. Da quando mio cugino si è sposato con lei, non ci parliamo più. Non so cosa pensare di questa svolta nelle indagini, però sarebbe anche da indagare sul come è arrivata qui a Boves, su chi l'ha fatta venire. Sarà stata mandata, coperta da qualcuno ? Possibile, perché sicuramente non sapeva neanche ci fosse un posto chiamato Boves. C'è qualcuno che l'ha coperta al massimo, poi sarebbe arrivata con un conto in banca di 40 milioni (di lire, ndr), dicendo che li avesse eriditati dalla nonna, però si sa che la nonna faticava già a pagare le bollette. Ho sempre trovato strano che nessuno si sia mai interessato a come è arrivata qui. Lei comunque non è una che esce, non credo lavori, è sempre in casa, ha fatto un po' di supplenza da maestra ma poi si è fatta licenziare per motivi disciplinari. E dopo non so. Per me è cattiva, però non è compito mio giudicarla, si aggiusterano loro. Ma comunque non voglio rovinare di più i miei rapporti con mio cugino, i nostri padri erano fratelli."
Non ci attardiamo, si vede che ha fretta di far finire la conversazione.
Risaliamo in macchina in pensiero. In effetti, perché scegliere Boves tra tutte le possibilità ? Chiavari, Boves, forse Anna Lucia sceglie le sue case secondo la riservatezza del posto? Forse è veramente stata coperta e aiutata nelle sua scelta ? I dubbi sono tanti, ma il 6 febbraio 2025 si andrà in aula e davanti alla corte di Assise di Genova potrà rispondere Anna Lucia Cecere, rispondere ad altre instanze, senza risposte da 28 anni.
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