Alluvione 2011, la Cassazione: "Vincenzi colpevole, ma processo da rifare"

di Fabio Canessa

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I giudici confermano la condanna per omicidio e disastro colposo, ma le pene vanno ricalcolate

Alluvione 2011, la Cassazione: "Vincenzi colpevole, ma processo da rifare"
Marta Vincenzi è colpevole, ma la pena è da ricalcolare. È questo il verdetto della Cassazione sul processo che vede imputato l'ex sindaco di Genova insieme ad ex assessori ed ex dirigenti comunali per l'alluvione del 4 novembre 2011 che fece sei vittime in via Fereggiano. Ci sarà quindi un processo d'appello bis per l'alluvione di Genova del 2011. La Cassazione che ha confermato la responsabilità per disastro e omicidio colposo in relazione alle sei vittime del fiume di fango, e ha invece stabilito di rideterminare tutte le pene per il venir meno di una accusa di falso, quella relativa all'orario dell'esondazione nel verbale. In questo modo si allontana il rischio di entrare in carcere per l'ex sindaco Marta Vincenzi. La condanna a 5 anni di reclusione, se confermata, la avrebbe portata in cella. Ma adesso, con l'appello bis, e il venir meno di una accusa di falso, unitamente al fatto che per la Vincenzi sono stati eliminati alcuni capi di imputazione, la condanna verrà abbassata. E se rimarrà entro i quattro anni, non ci sarà reclusione. "Non vedevo l'ora che finisse, invece ci sarà una coda. Aspetterò ancora". Così Marta Vincenzi, ex sindaco di Genova, commenta la sentenza della Cassazione. "Anche questa volta - prosegue l'ex primo cittadino - avevo già la valigia pronta per andare in carcere. Adesso la disfo per un po'. Come ho sempre detto, anche se non condivido una sentenza questa deve essere applicata. Spero di non andare in carcere e che il ricalcolo serva a ricalcolare in modo più basso la condanna". "Siamo soddisfatti per il risultato processuale che conferma l'accusa di disastro, ma c'è anche amarezza perché è stato definitivamente accertato che i nostri amministratori hanno tradito il loro compito istituzionale", è il commento dell'avvocato Nicola Scodnik che difende Flemur Djala, marito di Shpresa e padre delle piccole Janissa e Gioia, travolte dal fango. "Siamo soddisfatti per questa decisione della Cassazione che ha cristallizzato e resa definitiva la responsabilità del sindaco Marta Vincenzi e degli altri imputati", ha aggiunto l'avvocato Emanuele Olcese, che rappresenta i familiari di Serena Costa.