Addio a Sinisa Mihajlovic, commozione e tanta gente al funerale a Roma

di Redazione

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Amici, compagni, tifosi e avversari riempiono la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. La bara portata a spalla anche da Mancini, Stankovic e Lombardo

Addio a Sinisa Mihajlovic, commozione e tanta gente al funerale a Roma

È il giorno dei funerali di Sinisa Mihajlovic, l'ex calciatore e allenatore morto venerdì scorso, a 53 anni, dopo una battaglia contro la leucemia. A dare l'ultimo saluto al serbo, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, tanta gente comune, ma anche addetti ai lavori: giornalisti, calciatori, allenatori, amici e avversari di Sinisa, che ha lasciato un ricordo indelebile nel mondo del calcio e non solo.

Tra i partecipanti alla cerimonia anche l'allenatore della Sampdoria Dejan Stankovic, che oltre a condividere la nazionalità con Mihajlovic ne era stato compagno di squadra alla Lazio e all'Inter. Presenti tantissime cariche dello sport italiano: dal ministro per lo Sport e per i giovani Andrea Abodi al presidente del Coni, Giovanni Malagó, passando per il numero uno della Figc, Gabriele Gravina e tanti amici come il ct della nazionale Roberto Mancini, Francesco Totti e Daniele De Rossi, Gianni Morandi e l'ex presidente blucerchiato Massimo Ferrero.

A celebrare la cerimonia è stato l'arcivescovo di Bologna, il cardinale Matteo Zuppi, che ha ricordato così Mihajlovic: "Era un uomo ruvido, diretto, schietto, ma anche dolce e tenero. La vera forza non è quella di sentirsi invincibili, ma la capacità di rialzarsi. Nel 2008 andò a Medjugorie e mi raccontò di aver cominciato a piangere come un bambino. Mi disse di essersi sentito più forte che in tutto il resto della sua vita".

E ancora: "Dio vuole che la morte, che è sempre ingiusta, non sia la fine ma la nascita: la malattia ci fa pellegrini alla scoperta di se', Sinisa fece questa esperienza anche durante la guerra, che aveva un solo colore, il rosso del sangue, e aveva ragione. Grande è chi aiuta e ama la sua squadra, chi valorizza il talento, chi crede in lui quando non è nessuno,  Sinisa lo ha fatto. Contro il vero grande nemico disonesto che è il male, è questa la squadra che serve. La famiglia di Sinisa era la sua squadra del cuore, amato fino alla fine".

All'uscita dlala chiesa la bara di Mihajlovic è stata portata fuori a spalla da amici e compagni di squadra: tra loro il ct Mancini, Dejan Stankovic, Attilio Lombardo e Lorenzo De Silvestri.