Acciaierie Italia: Uilm, è una farsa e Governo non dà risposte
di Redazione
Siamo stati facili profeti a non credere all'on. Giorgetti. Il closing fissato per oggi che avrebbe portato un versamento di 680 milioni slitta di 24 mesi
"Siamo stati facili profeti a non credere all'on. Giorgetti venerdì scorso. Siamo in piena campagna elettorale e apprendiamo che ha dato il suo via libera all' accordo di modifica del contratto quadro con la società del Gruppo Acciaierie d'Italia. Nei fatti la scadenza fissata per oggi del closing che avrebbe portato Invitalia al 60% del capitale con il versamento di 680 milioni, slitta di 24 mesi". Lo scrive in una nota Antonio Apa, segretario generale Uilm Genova
Il dirigente annuncia: "saremo pronti a mettere in campo tutte le iniziative di mobilitazione per ottenere una risposta che attendiamo da anni. Ancora una volta registriamo un'intesa fatta tra Governo e Azienda dove si parla di riqualificazione ambientale, investimenti, il solito bla bla bla che noi non conosciamo assolutamente e che aspettiamo di conoscere.
Intanto continua la cassa integrazione che noi non abbiamo firmato; doveva traguardare un anno ma addirittura qui si parla di una proroga di due. Tutte conseguenze negative che si riverseranno sui lavoratori. Di fronte a questa continua farsa è necessario che il Governo convochi le Organizzazioni Sindacali e ci evidenzi le reali intenzioni di salvaguardare uno degli asset strategici di questo Paese".
"Riteniamo paradossale la proroga di due anni dell'accordo tra Invitalia e ArcelorMittal. Si prende tempo quando invece bisognerebbe correre: in questo momento la domanda d'acciaio è in forte ascesa, ma lavorando al 50% un rilancio vero della siderurgia non lo vedremo mai". Lo afferma in una nota Christian Venzano, segretario generale Fim Cisl Liguria.
"Bisogna aumentare la produzione e tagliare la cassa integrazione, invece abbiamo saputo addirittura che nelle prossime ore gli impianti nevralgici saranno fermati e aumenterà ulteriormente l'utilizzo della cassa. Tutto ciò senza concertazione con i sindacati. Questa condizione è inaccettabile, il rilancio della siderurgia deve passare da un cambiamento delle relazioni industriali e da una presa di posizione forte del Governo".
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